Quantcast
Channel: Il Giornale - Spettacoli
Viewing all 39554 articles
Browse latest View live

"Ragazzi, con due risate vi spiego come crescere nonostante i genitori"

$
0
0

Lo sceneggiatore dei film di Checco Zalone affronta il tema della scuola italiana distrutta

"Esiste la convenzione, tra genitori e insegnanti, che si parli soltanto di didattica, di come i figli vanno a scuola. Ma quando la didattica è priva di umanità e di passione, diventa una grandissima noia", dice Gennaro Nunziante, regista barese classe '63 che è dietro ad alcuni dei più grandi successi al box-office degli ultimi quindici anni. Da Cado dalle nubi a Che bella giornata, da Sole a catinelle a Quo vado?, ovvero l'incasso più alto nella storia del cinema italiano, è lui l'abile inventore dello «zalonismo»: con Checco Zalone, del quale è amico, oltre che fidato regista, si è fatto conoscere dal grande pubblico. Naturale che la Disney pensasse a quest'autore per affidargli la sceneggiatura di Come diventare grandi nonostante i genitori (nelle sale), commedia per famiglie di Luca Lucini, con Margherita Buy e Giovanna Mezzogiorno e con i volti noti della serie tv Alex & Co. E dove la scuola sembra la tomba dello spirito, un posto dove non c'è posto per la musica. Ma poiché la vita scolastica, per gli adolescenti, è la sola vita che conti, ecco che ogni classe diventa una squadra e la vittoria consiste nel partecipare a una gara musicale. A dispetto di presidi ottusi; di padri che vorrebbero i figli calciatori a ogni costo, perché poi si diventa ricchi e di madri che ficcano il naso nelle mail dei pargoli.

Il suo film rimanda all'eccessiva intromissione dei genitori nella scuola: da padre di tre figli, c'è un'emergenza educativa, pensando anche al pestaggio dell'insegnante di Palermo da parte dei genitori di un alunno punito?

"Più che un'emergenza educativa, c'è una mancanza di educazione. La scuola ha abdicato al suo ruolo di educatrice, mentre tra genitori e professori si creano contenziosi. I genitori vogliono soltanto sapere come va il loro figlio e se si sentono dire che ha qualche lacuna, si offendono. Intanto, si è creata una scuola classista, dove materie come musica e letteratura vengono, sì, insegnate. Ma poi, nessuno studente compra un libro... C'è qualcosa che non va".

La scuola di massa ha tradito la scuola di cultura?

"Da 30 anni c'è lo scempio della scuola. I professori non riescono a fare gli educatori e, d'altra parte, l'accesso alla conoscenza è diventata un'emergenza. Esempio pratico: a scuola di mio figlio, quinta elementare, c'è stata una matinée teatrale. I biglietti costavano 15 euro: su 20 bambini, soltanto 5 sono potuti andare".

Ma non era "la buona scuola" di Renzi?

"Ci aspettiamo sempre che qualcuno faccia qualcosa. Ma io non voglio più demandare a nessuno la sorveglianza sociale delle nostre cose. Penso al film di De Sica Il Generale Della Rovere, con quella formidabile scena della fucilazione, dove il morituro dice: Io non c'entro. Non ho fatto niente. È questa la sua colpa, gli viene risposto. Ecco, per trent'anni abbiamo lasciato fare cose vergognose, come i concorsi ad hoc per un corpo docente non all'altezza. Anche sotto i governi di sinistra, continua ad esserci un classismo culturale deleterio".

Scrivere un film per famiglie non è scrivere un film per Checco Zalone: in cosa è diverso?

"Trovo sia impossibile cambiare il modulo. Si cambia il linguaggio. Con Luca (Luca Medici, il vero nome di Zalone, ndr) esiste un linguaggio doppio: il suo e il mio, quindi ne nasce una commedia legata al nostro stile. Qui, sempre di commedia si tratta, ma ci sono più personaggi. C'è una coralità. Anche Picasso, che ha sempre dipinto cose diverse, aveva lo stesso approccio a un tema di fondo. Io sono cattolico e credo che esista altro, oltre la piccola parentesi della nostra esistenza. Perciò guardo alle cose con distacco e ironia".

Che tipo di padre è?

"Ironico. Impacciato. Pieno di errori. Però porto tutto alla luce del sole. E sono molto chiaro nel procedere, non con la P di principiante, ma con la P di padre".

Il film è ispirato alla serie tv Disney di Alex & Co. Lei, che è partito come autore televisivo, trova che il miglior cinema lo faccia la tivù, oggi?

"In Italia si fanno soltanto film per la tivù, che passano al cinema per diletto. La finalità resta comunque la tivù. Le serie televisive costano di più, mentre il cinema sta in piedi soltanto per l'assistenzialismo: non c'è più qualità, nessuno rischia un penny. Mentre negli altri paesi le serie tv si rinnovano anche secondo codici letterari innovativi".


Isola dei Famosi 2017: certezze e papabili

$
0
0
Fonte foto: 
La Presse, Instagram
Isola dei Famosi 2017: certezze e papabili 20
Sezione: 

Volti possibili della prossima edizione dell'Isola dei Famosi: ci sono alcune conferme, ma anche molte probabilità, alcune desiderate da molto tempo

Anna Falchi, Nathalie Caldonazzo, Justine Mattera, Moreno e Aldo Montano: queste le prime conferme per l'Isola dei Famosi, ma spuntano anche altri nomi, tra cui quello di Diego Armando Maradona, del quale si era parlato anche l'anno scorso.

Isola dei Famosi 2017: ecco i primi concorrenti

$
0
0

Pronti per partire per l'Isola dei Famosi: "Chi" rende noti i primi cinque nomi, c'è uno sportivo, un ex concorrente di Amici e tre soubrette

Arrivano le prime certezze per quanto riguarda il cast dell'Isola dei Famosi. Dopo il giallo che aveva coinvolto Giulia De Lellis, palesando così una sua partecipazione, pare ci siano le prime conferme di cinque partecipanti: il settimanale "Chi" parla del rapper Moreno, dello schermidore Aldo Montano - il quale però non ha confermato - e di tre biondissime soubrette, ossia Nathalie Caldonazzo, Justine Mattera e Anna Falchi.

L'Isola dei Famosi sarà condotto ancora una volta dalla giunonica Alessia Marcuzzi, mentre inviato dall'Honduras non sarà più Alvin e, al momento, non si conosce ancora il suo sostituto: si parla dell'attore Giulio Berruti oppure dell'ex calciatore Stefano Bettarini. Gli opinionisti in studio non saranno più Alfonso Signorini e Mara Venier, né, come qualcuno aveva detto, Vladimir Luxuria.

Tra i papabili si parla di Vera Gemma, figlia dell'attore Giuliano Gemma, ma anche del duo madre-figlia composto da Wanna Marchi e Stefania Nobile. Sono stati fatti anche i nomi di alcune vecchie glorie della televisione e del cinema, come il conduttore Marco Columbro, e dei comici Gigi Sammarchi e Andrea Roncato.

In sostanza, ci si sta orientando su delle linee guida già utilizzate per il casting del Grande Fratello Vip e dell'ultima edizione dell'Isola: ci sono nel calderone delle soubrette molto note e molto amate dal pubblico - naturalmente bellissime - uno o più sportivi, un ex concorrente di talent show, una coppia madre-figlia, una figlia d'arte.

La grande novità potrebbe essere la presenza di un sacerdote: indiscrezioni parlano di don Davide Banzato che ha partecipato alla trasmissione "La strada dei miracoli". E se Montano dovesse venire meno, la produzione pare stia pensando anche ad altri due sportivi, Diego Armando Maradona, già molto desiderato dall'anno scorso, ma la cui trattativa saltò, e l'ex sciatore Alberto Tomba.

[[gallery 1335842]]

"Tutta colpa di Galileo": il viaggio di Annalisa tra le stelle

$
0
0

Al via, domenica 4 dicembre, in seconda serata su Italia 1, Tutta colpa di Galileo, il nuovo docu-viaggio di tre puntate raccontato da Annalisa. Nato sull'onda del viaggio al Cern di Ginevra nel quale la cantante ha raccontato come funziona il più grande centro di fisica delle particelle, ora Annalisa raggiunge, in collaborazione con l'Agenzia spaziale europea (Esa), e italiana (Asi), il Centro astronautico europeo (Eac). Un'avventura targata DueB Produzioni, di Luna Berlusconi, per esplorare l'infinitamente grande universo, sulle orme di Galileo. Incontrerà Samantha Cristoforetti, Paolo Nespoli, e Luca Parmitano



"Tutta colpa di Galileo": il viaggio di Annalisa tra le stelle

$
0
0

La cantante ha incontrato molte eccellenze italiane dello spazio tra cui Samantha Cristoforetti, Paolo Nespoli, e Luca Parmitano

Al via, domenica 4 dicembre, in seconda serata su Italia 1, Tutta colpa di Galileo, il nuovo docu-viaggio di tre puntate raccontato da Annalisa.

Nato sull'onda del viaggio al Cern di Ginevra nel quale la cantante ha raccontato come funziona il più grande centro di fisica delle particelle, luogo dove si indaga l'origine del cosmo, oraAnnalisa raggiunge, in collaborazione con l'Agenzia spaziale europea (Esa), e italiana (Asi), il Centro astronautico europeo (Eac). Un'avventura targata DueB Produzioni, società di Luna Berlusconi, per esplorare l'infinitamente grande universo, sulle orme di Galileo.

Il viaggio incomincia dal planetario di Milano per poi fermarsi al Politecnico, precisamente alla facoltà di Ingegneria aerospaziale. Qui Annalisa intervista Amelia Ercoli-Finzi, prima donna italiana laureata in ingegneria aerospaziale, nonché uno dei motori della Rosetta, la missione che con una sonda ha raggiunto il suolo di una cometa.

Annalisa raggiunge successivamente Colonia, sede del Centro astronautico europeo che ha il compito di reclutare e formare gli uomini e le donne che parteciperanno alle missioni a bordo del laboratorio Columbus. Grazie all'aiuto degli istruttori del centro, la cantante proverà in prima persona alcune delle attività di addestramento degli astronauti.

Il percorso attraverserà poi quelle che sono le eccellenze italiane nello spazio intervistando tre astronauti italiani: Samantha Cristoforetti, Paolo Nespoli e Luca Parmitano.

Nel corso dei tre appuntamenti si approfondiranno inoltre i legami tra la grande industria della moda, della cucina e della cultura con lo spazio per poi passare alla terra vista dal cielo e di tutta la costellazione di satelitti utili al monitoraggio di questa, direttamente dalla sede italiana dell'European space agency di Frascati. (GUARDA IL VIDEO)

[[video 1335897]]

Aurora Ramazzotti, ritrovata l'auto rubata: scoperto giro di furti

$
0
0

La polizia stradale di Piacenza ha ritrovato l'auto di Aurora Ramazzotti che le era stata rubata qualche tempo fa: 15 denunce per diversi reati

Piccola disavventura per Aurora Ramazzotti, la figlia di Eros Ramazzotti e Michelle Hunziker. La polizia stradale di Piacenza ha ritrovato l'auto che le era stata rubata qualche tempo fa. A quanto pare il veicolo era finito in un giro di auto rubate e rivednute poi in tutta Italia. E così sono scattate ben 15 denunce per riciclaggio, ricettazione, truffa, uso di atti falsi e distruzione di atti veri.

Nell'indagine è stato coinvolto anche un autosalone importante di Milano e anche un'agenzia per le pratiche auto. La vettura da cui è scattata l'inchiesta è nata da una mini car francese che era stata rubata proprio alla Ramazzotti nel gennaio del 2013. L'auto era intestata ad Eros. I ladri avevano rubato l'auto davanti alla scuola frequentata dalla Ramazzotti mentre la ragazza si trovava a lezione. Qualche mese dopo il furto, grazie ad una segnalazione della Polstrada gli agenti avevano ritrovato il veicolo che intanto era stato reimmatricolato con un nuovo numero di targa e con un nuovo codice per il telaio e infine rivenduta.

L'incontro segreto tra Belen Rodriguez e Stefano De Martino

$
0
0

Un incontro segreto tra Belen Rodriguez e Stefano De Martino. Dietro il faccia a faccia tra la showgirl e il ballerino ci sarebbe Maria De Filippi

Un incontro segreto tra Belen Rodriguez e Stefano De Martino. Dietro il faccia a faccia tra la showgirl e il ballerino ci sarebbe Maria De Filippi. A quanto pare il messaggio di De Martino in cui dichiara ancora il suo amore per Belen ha avuto qualche effetto. Secondo quanto riporta il settimanale InFamiglia, i due avrebbero avuto un incontro per riflettere su cosa fare per il bene del piccolo Santiago.

A chiedere ai due un riavvicinamento sarebbe stato proprio la conduttrice di Amici. Secondo alcune indiscrezioni la Fascino, la casa di produzione della De Filippi, avrebbe in cantiere per il 2017 un programma condotto da De Martino su Italia 1 e al suo fianco potrebbe esserci proprio Belen Rodriguez. Il tutto dopo aver terminato il suo impegno con Tu si que vales. Diciamo che la formula della co-conduzione era stata già testata durante "Piquenos Giagntes". Quel programma andò in onda pochi mesi dopo la loro separazione e di fatto aveva messo sotto riflettori le vicende sentimentali della coppia. Nel 2017 la separazione tra i due sarà già distante nel tempo. Ma la presenza di Iannone nella vita di Belen di certo potrebbe provocare qualche scintilla tra i due. Ma non è escluso che il riavvicinamento non possa essere solo professionale...

Uomini e Donne, la scelta di Clarissa Marchese è Federico Gregucci

$
0
0

Clarissa Marchese, la ex Miss Italia del trono classico di Uomini e Donne, ha scelto il calciatore Federico Gregucci. Sotto una pioggia di petali rossi i due hanno coronato il loro amore

Clarissa Marchese, la ex Miss Italia andata a Uomini e Donne per trovare l'amore, oggi, ha finalmente scelto: il suo cuore batte per Federico Gregucci.

Il trono di Clarissa è sempre stato piuttosto lineare, privo di grandi colpi di scena, ma sempre guidato dalle emozioni. La Marchese, infatti, ha portato fino alla fine i due ragazzi che più l'hanno colpita, Luca Onestini e Federico Gregucci. Il primo è arrivato negli studi di Uomini e Donne qualche mese fa, ma non è mai riuscito a strapparle il tanto atteso bacio, mentre il secondo ha iniziato a corteggiare Clarissa soltanto da qualche settimana e proprio con lui è scattato il primo e unico bacio.

Già questo segnale doveva far capire che la scelta sarebbe ricaduta su di lui, ma se qualcuno aveva ancora dei dubbi, oggi è arrivata la conferma: Clarissa ha scelto sotto una pioggia di petali rossi il suo Federico. Il calciatore ha subito detto di sì e nello studio di Uomini e Donneè stato coronato il loro amore.

La prima a comunicare la scelta di Clarissa è stata proprio la fanpage di Federico che su Facebook ha pubblicato la foto del loro bacio in studio: "Clarissa Marchese ha scelto Federico". Il post, nel giro di qualche minuto, ha ottenuto più di 5 mila condivisioni e i fan hanno espresso tutta la loro gioia.


Tale e quale show, Deborah Iurato è la vincitrice

$
0
0

La sesta edizione di Tale e quale Show è stata vinta da Deborah Iurato. La cantante di Amici si porta a casa 25 mila euro che devolverà in beneficenza

Ieri sera è andata in onda l'ultimissa puntata di Tale quale show, il programma di Rai Uno condotto da Carlo Conti dove dodici personaggi famosi si sono sfidati nell'imitare di alcuni cantanti.

Dopo 12 esibizioni quasi perfette, il pubblico a casa, i giudici (Loretta Goggi, Claudio Amendola, Enrico Montesano e Nino Frassica) e i concorrenti stessi hanno decretato il vincitore: Deborah Iurato. La cantante lanciata dal talent Amici ha trionfato con l'imitazione di Beyoncé, davanti a Davide Merlini che ha interpretato Al Bano e Francesco Cicchella nei panni di Michael Jackson.

"Dedico questo premio alla mia famiglia e alle persone che mi hanno sostenuto in questo percorso" - ha detto Deborah al termine della puntata -. La cantante si è aggiudicata la somma di 25mila euro da devolvere in beneficenza, in particolare, alla protezione civile come aiuto per le zone terremotate.

A Tale e quale show si sono esisbiti, nell'arco di tre puntate, gli otto migliori imitatori dell'edizione 2016 (Bianca Atzei, Manlio Dovì, Leonardo Fiaschi, Deborah Iurato, Lorenza Mario, Davide Merlini, Silvia Mezzanotte, Tullio Solenghi) insieme ai migliori tre del 2015 (Francesco Cicchella, Massimo Lopez, Giulia Luzi) con l'aggiunta di Enrico Papi, ripescato dopo il forfait di Karima per problemi di salute.

Di seguito la classifica definitiva dei concorrenti:

1 Deborah Iurato
2 Davide Merlini
3 Francesco Cicchella
4 Enrico Papi
5 Giulia Luzi
6 Bianca Atzei
7 Silvia Mezzanotte
8 Lorenzo Fiaschi
9 Manlio Dovì
10 Tullio Solenghi
11 Lorenza Mario
12 Massimo Lopez

Arisa: "Vogliono farmi fare la fine di Mia Martini"

$
0
0

Il giudice di X Factor paragona quello che le sta succedendo a livello lavorativo alla tragica fine della sorella di Loredana Bertè

Dopo quattro anni è tornata a vestire il ruolo di giudice a X Factor, forse pensando di riscattarsi dopo l'uscita di scena nel 2012 a causa della lite con Simona Ventura, ma Arisa sembra non piacere né al pubblico né agli altri giudici seduti al tavolo.

Nella prima puntata del talent si è presentata ubriaca perché "ero in ansia, in camerino c'era una bottiglia di champagne. L'ansia è sparita, lo champagne pure", viene continuamente fischiata dal pubblico e commette numerose gaffe. Se non bastasse, è spesso protagonista di aspri litigi con Fedez che, al contrario, è amatissimo.

Il ritorno di Arisa non sembra quindi essere stato fortunato. In un'intervista rilasciata a Repubblica, la cantante si sfoga: "Ho studiato la vita di Mia Martini: era esclusa sempre più da tutte le cose musicali. Fatte le proporzioni, temo si voglia far così anche con me: mi si chiede tutto tranne che cantare, invece di una cantante deve piacere la voce".

Per quanto riguarda invece il rapporto che il rapper milanese, Arisa rivela: "Tempesto Fedez per convincerlo a sposarmi, ma crede che scherzi. È il mio problema: ho difficoltà a farmi prendere sul serio".

Videorecensione del film "Snowden"

$
0
0

Oliver Stone ricostruisce con linguaggio semplice, ottimo cast e rigore narrativo, la battaglia solitaria di quello che considera un eroe.

Oliver Stone ricostruisce con linguaggio semplice, ottimo cast e rigore narrativo, la battaglia solitaria di quello che considera un eroe.



Barbara Palvin confessa: "Mi piace conoscere un sacco di ragazzi"

$
0
0

Barbara Palvin, soprannominata dalla stampa di tutto il mondo "la mangiatrice di uomini", ha da poco posato nuda per Maxim. Il 2016, per lei, è stato un anno ricco di emozioni

Per Barbara Palvin quest'anno è stato ricco di emozioni: negli ultimi 12 mesi è diventata una delle top model più ricercate e pagate del mondo.

La modella ungherese ha 23 anni e quando ne aveva soltanto 13 è stata scoperta dalla Img Models, una delle agenzie di moda più importanti, mentre camminava per le strade di Budapest. Nel corso degli anni Barbara Palvin si è fatta notare per la sua inestimabile bellezza e lo scorso marzo è stata scelta da Giorgio Armani come testimonial della fragranza Acqua di Gioia.

Ma non solo. La top model è apparsa anche sulla rivista Sports Illustrated Swimsuit e sulla rivista americana Maxime. E proprio su quest'ultima, la Palvin si è mostrata completamente nuda. Secondo le stime di Forbes, la modella ha portato a casa negli ultimi 12 mesi ben 4 milioni di dollari diventando l’undicesima top model più pagata al mondo. Ma nonostante la sua fama mondiale, Barbara non dimentica le sue umili origini. Al magazine ricorda, infatti, come da piccola era un autentico maschiaccio e si divertiva con i genitori contadini a produrre salsicce: "Ci svegliavamo alle 4 di mattino. Facevamo delle splendide salsicce. Questo genere di esperienza mi ha formato e mi ha fatto diventare quello che sono".

Nel corso dell'intervista, come scrive il Corriere della Sera, Barbara non poteva non parlare dei suoi amori. Definita dai tabloid "una mangiatrice di uomini", la modella Barbara Palvin è per molti esperti di gossip legata da mesi a Louis Hamilton, l’attuale campione di Formula 1. Ma la top model non parla di Hamilton con Forbes, ma precisa: "La verità è che a me piace conoscere un sacco di ragazzi. Ogni volta che esco con qualcuno che è un po’ famoso, questa persona per i tabloid diventa automaticamente il mio nuovo fidanzato. Io ci rido sopra e vado avanti".

so happy to finally share my @maximmag cover with you guys! shot by the amazing @gilles_bensimon

Una foto pubblicata da Barbara Palvin (@realbarbarapalvin) in data: 21 Nov 2016 alle ore 17:20 PST

Il film del weekend: "Snowden" di Oliver Stone

$
0
0

Oliver Stone ricostruisce con linguaggio semplice, ottimo cast e rigore narrativo, la battaglia solitaria di quello che considera un eroe

L’ormai famoso “datagate”, ovvero la storia di come Edward Snowden abbia rivelato al mondo la sorveglianza illegale di CIA e NSA (National Security Agency) statunitense, è narrata con perizia da Oliver Stone nel suo ultimo film. Il regista, va detto, affianca all'esposizione rigorosa dei fatti anche una lettura personale della vicenda perché condivide in toto le posizioni di Snowden. L'opera si concentra sui dilemmi morali che hanno accompagnato la presa di coscienza di un ragazzo che, da giovane con un lavoro redditizio e una fidanzata amorevole, si trova a perdere tutto per amore della verità e a diventare uno degli uomini più ricercati al mondo.

Edward Snowden (un misurato e bravissimo Joseph Gordon-Levitt), patriota convinto, fa parte dell’esercito degli Stati Uniti ma viene congedato a causa di un problema di salute e dirottato a servire il suo Paese in un altro modo: grazie a doti intellettive non comuni è infatti arruolato nella divisione informatica della CIA. Quando si rende conto che i programmi per la sicurezza da lui ideati vengono sviluppati allo scopo di mettere sotto sorveglianza 24 ore su 24 buona parte della popolazione mondiale, intuisce che con la scusa della lotta al terrorismo si persegua la volontà di raggiungere, in maniera illecita, il controllo di massa. Decide quindi di divulgare le procedure illegali adottate dal governo a un gruppo di giornalisti.

[[video 1336127]]

"Snowden"è una storia americana che ben si inserisce nel filone di quelle raccontate da Stone nei suoi titoli più significativi, come "JFK", "Nato il 4 Luglio", "Gli Intrighi Del Potere - Nixon", "Platoon", "Wall Street" e "Natural Born Killers". Poiché la vicenda è stata trattata recentemente da "Citizenfour", documentario Premio Oscar dello scorso anno, Stone sceglie di concentrarsi soprattutto sul percorso personale che ha portato il protagonista a fare determinate scelte. Non siamo in un biopic puro ma in una pellicola che somiglia più a un thriller politico e informatico con venature da spy-story.

A differenza delle ultime non memorabili opere di Oliver Stone, questa funziona e ci restituisce il regista in grande forma, anche se diverso da come siamo abituati a ricordarlo: la narrazione, infatti, è convenzionale e sobria, priva dei pugni allo stomaco e del furore dei suoi titoli più celebri.

In alcuni momenti il racconto si trascina un po', vittima di lungaggini e ridondanze, però non ci si annoia mai durante i 134 minuti di girato. Si è costantemente accompagnati da un senso di malessere legato alla consapevolezza che quanto visto sullo schermo riguardi tutti e che la privacy in epoca digitale sia sempre più un’utopia. "Snowden"è efficace come opera di denuncia ma, attenzione: tra gli effetti collaterali della visione potrebbe esserci quello di rendere un po' paranoici.

Non è certo una pellicola nata per sbancare al botteghino ma racconta in modo intelligente qualcosa di importante e, pur senza appassionare a livello viscerale perché a tratti accademica e retorica, stimola la riflessione. Bentornato Oliver Stone.

Propaganda e insulti contro l’islam: in carcere il regista iraniano Karimi

$
0
0

Sconterà un anno di carcere e 223 frustate. La sua colpa: quella di essere curdo. Pochi giorni fa l’arresto a Teheran

«Per la prima volta nella mia vita, ho capito davvero cosa significa essere curdo». Così mi aveva detto il regista curdo Keywan Karimi, l’ultima volta che ci siamo sentiti al telefono. Erano passati pochi giorni dal 21 febbraio, data in cui era arrivata la sentenza definitiva per il giovane, perseguitato in Iran a causa dei suoi film. La corte d’appello di Teheran l’aveva condannato a un anno di carcere, 223 frustate e a una multa di 20 milioni di Rial, pari a circa 700 euro. L’accusa: insulti contro l’islam e propaganda contro il sistema. Keywan è un regista vincitore di premi internazionali, uno scrittore in lingua curda, ma è anche un amico. E non gli manca il coraggio: non ha voluto scappare dal suo Paese neanche dopo che gli è piombata addosso la condanna definitiva, giunta mentre sua madre era in chemioterpia.

Poi, tre giorni fa, un nuovo colpo al cuore. Mi scrive la sua assistente, Maryam Hanifi. Keywan è stato portato in carcere a Teheran il 23 novembre, per scontare la sua condanna nella famigerata prigione di Evin. Confermato anche lo sfregio dei colpi di frustra. Ne avevamo parlato insieme più di una volta: «Le 223 frustate sono state calcolate sulla base di varie imputazioni, che vanno dall’aver stretto la mano a una ragazza con cui non aveva grado di parentela, al consumo di bevande alcoliche, fino all’aver girato la scena di un bacio», mi aveva detto Keywan. «Accuse assurde. Si tratta della prima volta che una corte iraniana dà come condanna un numero così altro di frustate. Ma il metodo è sempre lo stesso, ben consolidato. Queste accuse – come la promiscuità sessuale e l’alcolismo, ad esempio – vengono messe in piedi per discreditare gli attivisti, per gettare fango sull’immagine mia e di altri». La sua colpa più grande: quella di non aver voltato le spalle alla sua gente. Quel popolo curdo il cui destino, nonostante lotti contro il terrorismo e per la sua autonomia, non interessa a nessuno. Neanche in Iran: «I curdi hanno lottato per i loro diritti sia nel passato che oggi. Ma non si tratta di combattenti, si difendono solamente. Penso che così facendo il popolo curdo abbia accettato un via democratica al cambiamento. È la nostra forza. Non è molto, ma è pur sempre un inizio». Così mi aveva raccontato Keywan.

Fosse successo solo qualche anno fa, il caso di Keywan Karimi avrebbe avuto ben altra risonanza a livello internazionale. Ma niente prime pagine dei giornali, niente striscioni in piazza e appelli dei nostri politici. La realtà è che in Iran, numeri alla mano, dopo l’accordo per il nucleare non sono affatto diminuite le condanne a morte e non si è placato il pugno duro del regime. Anzi: l’unica cosa che è cambiata semmai è che si è inaugurata una corsa all’oro da parte di un occidente ansioso di mettere finalmente le mani sull’eldorado iraniano. E proprio in nome degli affari, sulla questione dei diritti umani in Iran è sceso magicamente un silenzio di tomba. Un silenzio che la dice lunga dell’ipocrisia dell’Europa e dei nostri governi, che fino all’accordo non perdevano occasione per attaccare Teheran, anche per molto meno. E oggi tacere sul caso di Keywan Karimi significa proprio questo: dare ragione loro. Al nichilismo di chi crede che la vita di un uomo che ha coraggio non valga nulla, rispetto agli interessi di pochi.

Kim e Khloe Kardashian scoprono il lato b per Kanye West

$
0
0

Kim e Khloe Kardashian hanno posato semi nude per pubblicizzare la collezione di magliette di Kanye West. Le foto pubblicate sui social hanno fatto impazzire i fan

Kim Kardashian continua a far parlare di sé e mostra il prosperoso lato b con la sorella Khloe. Neanche il ricovero del marito Kanye West ferma Kim Kardashian. Anzi. Proprio per il marito Kim si spoglia e pubblicizza le maglie con il suo marchio. Immortalata dai fotografi Mert Alas e Marcus Pigott, Kim Kardashian e la sorella Khloe hanno fatto letteralmente impazzire i fan con le loro pose super sexy.

La bionda e la mora hanno posato per la rivista tedesca =32c Culture Magazine e senza timore si sono mostrate al massimo della loro sensualità. In un primo scatto Kim e Khloe sembrano lottare sulla spiaggia, mentre nel secondo sono entrambe sotto la doccia. Con indosso soltanto un mini body, le sorelle Kardashian si concedono una bagno molto hot che lascia poco all'immaginazione. (Guarda la foto 1) (Guarda la foto 2)

Kim Kardashian and Khloé Kardashian @mertalas and @macpiggot for new winter issue of #032c. THIS IS THE LIMIT The place somewhere outside of some city. This is the dirt of that limit. The pulverized stone crushed into microprocessors. This is the face of that limit. The scaffolding that holds up a network of desire. This is the machine of that limit. A nondescript of office designing apparel for the 21st century. This is New Abu Dhabi. Since its beginning, California has been a border zone. Its landscape requires tools that deal with the edge of the known. The denim jean, suburban planning, and the personal computer were invented here. This border’s sand is the raw matter of our silicon infrastructure. As frontiers continue to shatter and contract into flattened mosaics of information, it has become more difficult to find the limit. Places like #Calabasas, an exurban sprawl located between Hollywood and Malibu, become the unlikely stage for vast ENERGY EXPERIMENTS. Calabasas is the Bethlehem of reality television and the location of @kanyewest 's Yeezy studio, an industrial space with Intel as its neighbor. The studio is a testing site for a new type of uniform, a search for the base unit of clothing. in 2016, he and Kim Kardashian West broke ground on a new Calabasas home by @axelvervoordt that remains under construction. There, they were joined by #TravisScott, #khloekardashian #AminaBlue, #YoungLord, #HafiiaMira, and #GraceBol to model the #YEEZY season 3 collection. ORDER/SUBSCRIBE 032c @ STORE.032c.COM #kimkardashian #kanyewest #helmutlanglegacy #yeezyseason

Una foto pubblicata da Joerg Koch/ 032c (@032c) in data: 24 Nov 2016 alle ore 07:21 PS

This is a picture of @kimkardashian and @khloekardashian from a 22 page story in the new #032c winter issue on #CALABASAS. Conceived by @kanyewest, the story also features @amina.blue, @travisscott, @younglord, @gracebol and @hafiiamira @mertalas and @macpiggotORDER/SUBSCRIBE @ STORE.032c.COM #Helmutlanglegacy #yeezy #kanyewest #kimkardashian #mertandmarcus #khloekardashian #yeezyseason

Una foto pubblicata da Joerg Koch/ 032c (@032c) in data: 24 Nov 2016 alle ore 09:23 PST


Massimo Boldi e il gelo con De Sica: "Vi spiego come stanno le cose"

$
0
0

Massimo Boldi si racconta a "Un giorno da pecora". L'attore ha parlato anche della sua rottura con De Sica e ha svelato cosa c'è dietro la rottura

Massimo Boldi si racconta a "Un giorno da pecora". L'attore ha parlato anche della sua rottura con De Sica e ha svelato cosa c'è dietro la rottura: "Il comico italiano che mi fa ridere di più è Christian De Sica. Se abbiamo litigato? Ma chi l'ha detto? Sono bazzecole. Il nostro sodalizio si è rotto ma cosa vuol dire? Ci sono persone che rimangono insieme per tutta la vita e poi si separano. Ci siamo separati professionalmente. Umanamente mi manca, professionalmente forse, non lo so. Ancora un film insieme? Meglio che non ne parliamo, ormai sono discorsi buttati al vento. Non lo so, ma ormai sono dieci anni che ci siamo separati e ancora parliamo questa cosa?". Poi parla anche del suo più grande rimpianto: "C'è solo una cosa che mi sarebbe piaciuta fare e risale al 1995. Quell'anno feci Vacanze di Natale '95 con Luke Perry. Sul set, il suo agente americano venne a dirmi che voleva rappresentarmi per gli Stati Uniti. Io gli risposi che non parlavo inglese e lui mi rispose che non volevano la mia voce ma la mai faccia. Dietro di me, però, avevo il mastino napoletano, De Laurentiis, che mi bloccò e mi disse: ‘Gli americani so' tutti caz*oni'. In America, mi sarebbe piaciuto fare un film per la Disney, che sarebbe stato straordinario".

La tragica conta delle stragi volute da Stalin

$
0
0

A volte la grande storia si capisce meglio partendo da un caso singolo. La sera del 16 ottobre 1937 nella stazione di Chot'Kovo (Mosca) il controllore Vdovin entra nel bar dello scalo ferroviario palesemente già ubriaco. I baristi non vogliono dargli ancora da bere. Si infuria, li malmena, scaglia una bottiglia che colpisce il ritratto di Michail Kalinin, presidente del Presidium del Soviet supremo (come dire che è il capo dello Stato, anche se a comandare è Stalin). Il responsabile della stazione stila un verbale parlando di vandalismo. Quando questo verbale arriva nelle mani della polizia gli agenti iniziano però a scrivere che l'attacco al quadro era premeditato. Il reato diventa rapidamente un «atto o tentativo di atto terroristico contro un rappresentante del potere sovietico». Lo sfortunato ferroviere, interrogato, si sforza di spiegare che era ubriaco e non stava mirando al quadro. Tutto inutile, le carte sono già passate alla polizia politica. Il 29 novembre Vdovin, assieme ad altri 255 imputati, è portato davanti alla trojka dell'Nkvd di Mosca: viene condannato alla fucilazione. Sentenza eseguita quattro giorni più tardi, al poligono di Butovo.

In tempi normali avrebbe rischiato al massimo un anno di prigione. Ma nel 1937 erano iniziate le grandi purghe staliniane e ormai bastava pochissimo per lasciarci la pelle. Questa esplosione di violenza è raccontata da Nicolas Werth in Nemici del popolo. Autopsia di un assassinio di massa. Urss, 1937-1938, in edicola da oggi con il Giornale a 11,90 euro più il prezzo del quotidiano. Werth ripercorre quel periodo con l'ausilio delle carte degli archivi dell'Urss, che non erano consultabili sino agli anni '90, e porta avanti una ricostruzione molto più completa di quelle disponibili nel periodo precedente (come quella pionieristica di Robert Conquest). Del Grande Terrore si è infatti raccontato soprattutto il versante politico, i processi agli alti dirigenti del partito con cui Stalin si garantì un potere assoluto. Werth, invece, racconta la quotidianità del terrore e gli effetti sulla popolazione di un sistema persecutorio che, nel momento di massima attività, marciò al folle ritmo di 50mila esecuzioni al mese, 1600 al giorno. Gli effetti anche a livello demografico furono tremendi: durante il Terrore un sovietico adulto ogni cento fu fucilato alla nuca. Altri 800mila vennero condannati a una pena di almeno 10 anni di lavori forzati. Tutti gli altri vissero nella paura perpetua.

Piacciono scherzi e intrighi di una locandiera

$
0
0

L'aspetto preponderante della Locandiera messa in scena da Walter Le Moli è, come accade con Peter Brook, la totale eliminazione dello spazio scenico. Via le chincaglierie, gli sberleffi, le cornici e i doppifondi da chiacchiericcio borghese di una Firenze di comodo dietro a cui si intravvede Venezia con il suo tripudio di maschere. Lo spazio vuoto dove scorrono, manovrati a vista, tavoli, divani e poltrone allude criticamente a un luogo extratemporale dove il chiasso, lo splendore delle tinte sono collocati altrove. Qui l'unica regola è l'arbitrio assoluto di Mirandolina. Così l'eterno femminino della padrona governa questo spazio asettico dove la vita obbedisce al continuo mescolarsi degli avventori. Col Marchese di Nanni Tormen che diventa la coscienza critica del grande testo. Da fuori giungono gli echi di una società in liquidazione caratterizzati dalle vecchie maschere delle due comiche. Estranee alla locanda come l'aristocrazia del denaro amministrato da Ripafratta. Ma c'è anche chi, sotto la maschera del servo di scena, esercita un controllo assoluto sull'andamento della piccola città-mercato. Fabrizio, l'eccellente Luca Nocera, è il Moloch cui si aggrapperà la protagonista alla fine quando comprenderà che la via della seduzione le è sbarrata per sempre. In uno spettacolo tra i più belli della stagione con due protagonisti, il Cavaliere di Emanuele Vezzoli e la locandiera di Paola De Crescenzo che giocano alla grande sapientemente manovrati dall'estro di Walter Le Moli, arbitro assoluto dello spettacolo.

LA LOCANDIERA - Teatro Goldoni, Venezia.

Vangeli, assassini, nuvole. Ecco le fonti poetiche che battezzano De André

$
0
0
Speciale: 

Da Giacomo a Villon, da Aristofane a Jacopone da Todi. Un'indagine sulle radici del cantautore

Ma Fabrizio De André era un poeta? Tema affascinante ancorché capzioso, visto che la sua poetica e l'intensità emotiva delle sue canzoni non si discutono, ma argomento di grande attualità dopo che il Nobel per la letteratura è stato attribuito a Bob Dylan. Prova a chiarirci le idee il libro De André. Maledetti poeti (Circolo Proudhon Edizioni), curato da Miro Renzaglia, che va alla accurata ricerca dei «poeti», dai Protovangeli di Giacomo ad Álvaro Mutis passando per Aristofane, che l'hanno direttamente o indirettamente influenzato. «Benedetto Croce diceva che fino all'età di 18 anni tutti scrivono poesie. Dai 18 anni in poi rimangono a scriverle due categorie di persone: i poeti e i cretini. Quindi io, precauzionalmente, preferirei considerarmi un cantautore». Eccovi servita la teoria, come al solito caustica, dello stesso De André, che Renzaglia smentisce immediatamente dicendo «Non dategli retta: Fabrizio De André è un poeta».

È un poeta in forza delle incredibili suggestioni dei suoi testi messi in musica, della ruvida schiettezza del suo linguaggio lontano mille miglia da quello «petrarchesco» che volava alto. Questa è la poesia degli ultimi, dei perdenti - si potrebbe paragonare a quella di Leonard Cohen, del quale del resto Faber ha ripreso e riadattato alcuni brani drammatici - la poesia di quel terrificante campionato a girone unico che chiamano vita tra assassini e assassinati, puttane e carcerati, suicidi e alcolisti passando per Dio (il più grande rivoluzionario della storia) e la Madonna. Non a caso l'antologia si apre con il Vangelo apocrifo di Giacomo e con Il pianto della Madonna che ispirarono Ave Maria (Giacomo), Ottocento e la celebre Tre madri. Jacopone mette in mostra tutta la sofferenza umana della «madre» per il figlio, Faber invece inveisce e picchia duro nel suo obiettivo di umanizzare il Cristo e la Madonna. L'invettiva dunque - sottolinea Renzaglia - è l'altra caratteristica principale di De André accanto alla rabbia e alla satira, da cui deriva appunto l'invettiva stessa. E qui c'è il terribile realismo di François Villon nel confronto tra Ballade des pendus, chiamata anche L'epitaffio Villon e Fratelli umani («dalla corda lunga e tesa / saprà il mio collo quanto il cul mi pesa») e la celeberrima La ballata degli impiccati. Ogni tempo ha i suoi fustigatori, e arrivò quello di Aristofane, «il satiro che dal periodo attico della sua Grecia guardò in basso e frustò». Dalla commedia Le nuvole Faber trasse un album di struggente e delirante bellezza, pur nella diversità di contenuti rispetto all'originale.

«Le nuvole - racconta De André - per l'aristocratico Aristofane erano quei cattivi consiglieri che insegnavano ai giovani a contestare; in particolare ce l'aveva con i sofisti che indicavano alle nuove generazioni un atteggiamento mentale e comportamentale provocatorio nei confronti del governo conservatore di Atene. Le mie nuvole sono invece quei personaggi ingombranti e incombenti nella nostra vita sociale, politica ed economica; sono coloro che hanno terrore del nuovo perché potrebbe sovvertire le loro posizioni di potere». Sulle parti delle Nuvole antologizzate Renzaglia svolge un lavoro particolarmente accurato e anche originale. Interessanti e tutti da scoprire sono i riferimenti a perdenti come Maurizio Jannelli (romanziere) detenuto a Rebibbia con Fernanda, il famoso transgender che ispirò l'amara Princesa, o il re della controcultura, l'anarchico Riccardo Mannerini, che Faber riconosce come maestro assoluto, da cui nascerà tra l'altro, nel 1968, la collaborazione con i New Trolls.

Il libro dedicato a De André è il primo volume della collana Pretesti, che prossimamente indagherà sulle radici poetiche di personaggi come Dylan, Guccini, Borges e perfino Francesco Totti.

Le parole toccanti del figlio di Agostino Di Bartolomei per la moglie di Bartoletti

$
0
0

Le parole toccanti del figlio di Agostino Di Bartolomei: "Non dimentico le belle parole che ha sempre speso per papà quando il calcio voleva accantonarne il ricordo"

Il grave lutto del giornalista Marino Bartoletti ha colpito anche Luca Di Bartomei. Carla Brunelli è morta ieri mattina in un incidente domestico, nella sua casa a Bologna. E figlio dell'ex centrocampista della Roma, Agostino Di Bartolomei, ha voluto ha voluto dedicare sul proprio profilo Facebook al giornalista della Rai. "Oggi mi viene naturale piangere con lui - privatamente e pubblicamente - per questo dramma infinito che ha colpito la sua famiglia. Vi vogliamo bene".

Secondo una prima ricostruzione Carla Brunelli (65 anni) sarebbe stata colpita da una porta finestra mentre stava facendo le pulizie di casa. A ritrovare il corpo senza vita della donna è stato il marito al suo rientro in casa. La notizia ha sconvolto molte persone. Tra queste anche Luca Di Bartolomei che ha dedicato al giornalista della Rai un toccante post su Facebook. "A Marino Bartoletti siamo legati da tanto tempo - racconta il figlio dell'ex centrocampista della Roma - Marino è stato innanzitutto un amico di Agostino ed io non dimentico". E continua: "Di Marino non dimentico le telefonate private ed affettuose per gli auguri o per sapere come andassero le cose. Di Marino non dimentico le belle parole che pubblicamente ha sempre speso per Ago specie quando nei primi anni il calcio voleva accantonarne il ricordo. Marino e la sua famiglia ci sono molto cari". Quindi Luca Di Bartolomei conclude: "Per questo oggi mi viene naturale piangere con lui - privatamente e pubblicamente - per questo dramma infinito che ha colpito la sua famiglia. Vi vogliamo bene".

Viewing all 39554 articles
Browse latest View live