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Siria De Fazio: “Amo Naike Rivelli”

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Siria De Fazio posa senza veli per Playboy Italia. L’ex gieffina sogna di andare all'Isola dei Famosi e rimpiange la relazione con Naike Rivelli

Siria De Fazio sarà protagonista a ottobre di un servizio hot su Playboy Italia e in un’intervista fiume rilasciata a Tgcom24 l’ex gieffina rivela di essere ancora innamorata di Naike Rivelli, sua storica fiamma.

Sin dalla sua partecipazione al Grande Fratello nel 2008, Siria De Fazio non ha mai nascosto le sue preferenze sessuali. Oggi, all’età di 40 anni da poco compiuti, l’ex gieffina è molto più consapevole del suo fisico, perfetto nonostante lei stessa abbia più volte confessato di non fare palestra, e si dice pronta a ritornare in tv, magari in un reality come L’Isola dei Famosi o perché no sul trono gay della prossima edizione di Uomini e Donne di Maria De Filippi.

Nel frattempo di rivederla sul piccolo schermo, la De Fazio posa senza veli per un servizio hot che sarà pubblicato prossimamente su Playboy Italia. Con tutti i tatuaggi in bella mostra e il piglio rock che la contraddistingue è difficile immaginarla romantica e nostalgica. Eppure la De Fazio racconta di un aver mai dimenticato la sua vecchia fidanzata Naike Rivelli e di continuare ad averla nel cuore.

Nell’intervista a Tgcom24, parlando di Naike Rivelli dice: “Credo che sial'amore della mia vita. Non ci sentiamo, non abbiamo nessun tipo di rapporto. Ma la porto dentro di me”. La De Fazio non si sente di giudicare i comportamenti “stravaganti” della figlia di Ornella Muti come il selfie a gambe aperte dal ginecologo e con una punta di tristezza racconta le motivazioni che hanno portato le due a interrompere la loro relazione: “Siamo due persone con una anima simile ma una mente diversa. Non so cosa faccia, non mi informo su di lei, rimango completamente distaccata, pensa che non la seguo neanche sui social”. Che sia in arrivo un ritorno di fiamma?


Caterina Balivo mostra orgogliosa i "segni" della gravidanza

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La conduttrice Rai ha pubblicato sul suo profilo Instagram una foto al nono mese di gravidanza: "Non vergogniamoci delle smagliature. La bellezza della maternità non è la perfezione"

Caterina Balivoè al nono mese di gravidanza e tra qualche giorno la sua bimba verrà alla luce.

Contrariamente da altre star del mondo dello spettacolo che sui social curano all'ennesima potenza la loro immagine, la conduttrice Rai ha deciso di mostrarsi con qualche imperfezione. Sul suo profilo Instagram, infatti, ha voluto condividere una foto del suo pancione e di qualche smagliatura, per mostrare a tutte le donne che i "segni" della gravidanza devono essere vissuti con piacere.

"Agosto benvenuto - si legge sul profilo Instagram della Balivo - non sai da quanto ti aspetto da tanto e anche con un po' di paura... perché sei il mese della mia baby che un po' aspettano tutti qui sui social. Ecco perché ho richiesto a Cosimo di scattare il mio ultimo mese (ormai è il fotografo ufficiale) e gli ho anche chiesto di non cancellare le smagliature della mia prima gravidanza.
Altre ne verranno anzi già le vedo (anche se applico sempre l'olio sulla pancia) e quindi teniamocele e non vergognamocene. Perché la bellezza della maternità non è la perfezione ma l'amore intenso con cui la si vive".

Il messaggio di Caterina Balivo ha ottenuto centinaia di "like" e condivisioni. Decine di mamme hanno ringraziato la conduttrice per la sua "forza, determinazione e sincertià perché i segni della gravidanza non devono essere nascosti, ma portati con orgoglio".

Agosto benvenuto, non sai da quanto ti aspetto da tanto e anche con un po' di paura... perché sei il mese della mia baby che un po' aspettano tutti qui sui social. Ecco perché ho richiesto a Cosimo di scattare il mio ultimo mese (ormai è il fotografo ufficiale) e gli ho anche chiesto di non cancellare le smagliature della mia prima gravidanza. Altre ne verranno anzi già le vedo (anche se applico sempre l'olio sulla pancia) e quindi teniamocele e non vergognamocene. Perché la bellezza della maternità non è la perfezione ma l'amore intenso con cui la si vive. Pic by @cosimobuccolieri #caterinabalivo #caterinasecrets #momtobe

Un post condiviso da Caterina Balivo (@caterinabalivo) in data: 1 Ago 2017 alle ore 09:25 PDT

La voce su Belen e De Martino: "Sono tornati insieme"

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Secondo alcune indiscrezioni riportate da Radio Deejay, Belen Rodriguez e Stefano De Martino sarebbero tornati insieme

Una vera e propria "bomba gossip" prima di Ferragosto. Secondo alcune indiscrezioni riportate da Radio Deejay, Belen Rodriguez e Stefano De Martino sarebbero tornati insieme. E ai microfoni di "Pinocchio", Giovanni Ciacci ha affermato: "Sento che state dando delle notizie ma non date la notizia del giorno. Sta succedendo quello che noi tutti della cronaca rosa e del mondo dorato del gossip stiamo aspettando da tutta l’estate. Sta succedendo, ci siamo quasi, anzi è già successo. Notizie da Ibiza dicono che Belen è tornata con Stefano De Martino”. Ma a quanto pare sul fronte di una pax a sorpresa tra la showgirl argentina e il ballerino ci sarebbe un altro indizio. Di fatto la Belen dopo un viaggio a Los Angeles per una campagna pubblicitaria sarebbe tornata a Ibiza. E sempre secondo quanto rferito ai microfoni di Radio Deejay, "ad attenderla Stefano con il figlio Santiago. Sembra che la coppia si sia ormai riavvicinata e entro ferragosto uscirà questa notizia scoop”. Insomma a quanto pare la riconciliazione sarebbe ormai ad un passo.

Siria De Fazio: "Pronta per Playboy, ma la Rivelli resta nel mio cuore"

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L'ex gieffina si è raccontata in un'intervista a Tgcom24: "Sono pronta a tornare in tv. Non sento più Naike Rivelli, ma la porto sempre dentro di me"

Siria De Fazioè stata una delle prime a dichiarare la sua bisessualità in tv, con Naike Rivelli, infatti, ha vissuto l'amore senza tabù e anche adesso che la loro storia è finita confessa che la figlia di Ornella Muti le è rimasta nel cuore.

Ex concorrente del Grande Fratello,Siria De Fazio ha rilasciato una lunga intervista a Tgcom24 nella quale ha parlato della sua vita privata, dei progetti per il futuro e della persona più importante della sua vita. Siria, quindi, ha rivelato in anteprima che ad ottobre apparirà nuda su Playboy Italia: "Sono finalmente pronta a tornare in tv".

Ma il tema caldo è un altro: la sua bisessualità, o meglio, il suo amore per Naike Rivelli. "Sei la prima ad aver dichiarato la tua bisessualità senza problemi, ti è costato?", domanda il giornalista di Tgcom24. "No, lo rifarei - ribatte Siria -. L'ho detto con spontaneità e naturalezza. Mi ha portato la stima da parte di tutti, avere il coraggio di essere se stessi piace. E io lo sono sempre stata. Ho una donna nel cuore. Credo che Naike Rivelli sia l'amore della mia vita. Non ci sentiamo, non abbiamo nessun tipo di rapporto. Ma la porto dentro di me".

Siria De Fazio spiega che tra loro è finita perché "siamo due persone con un'anima simile, ma una mente diversa". L'ex gieffina confessa di non sapere cosa fa la Rivelli nella vita, "non mi informo su di lei, rimango completamente distaccata, pensa che non la seguo neanche sui social". Però ha saputo dello sfratto di qualche mese fa: "Certe notizie mi arrivano all'orecchio tramite altre vie. Mi dispiace, non la giudico. Da donna mi rendo conto che nella vita succedono cose che non hai calcolato bene".

Lasciato da parte "l'argomento Naike Rivelli", Siria parla delle sua vita, della libertà conquistata e della volontà di non perderla per nessuna ragione al mondo.

Alessia Marcuzzi nella bufera: "Mangia di più. Sei un inno all'anoressia"

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La conduttrice è stata duramente criticata dopo aver pubblicato sui social una sua foto in costume. Stanca delle continue offese, Alessia Marcuzzi ha risposto a tono: "Sono una mamma in salute"

Terminata l'Isola dei Famosi e il Wind Summer Festival, Alessia Marcuzzi si gode il meritato relax con la famiglia, ma una foto scattata in costume ha fatto preoccupare i suoi fan.

La conduttrice non è nuova agli attacchi in rete. Ci è abituata e ormai se ne fa una ragione. Infatti, non è la prima volta che gli utenti si scagliano contro di lei accusandola di "supportare un modello di bellezza non troppo costruttivo". La sua colpa? Avere un fisico statuario, tonico senza troppe diete né palestra.

Così sui social, gli utenti si sono scatenati e vedendo Alessia Marcuzzi con il costume intero hanno iniziato a "consigliarle" di mettere su qualche chiletto. "Mangia per favore! Basta con questo inno all'anoressia! Già tanta gente soffre per malattie che non si e cercata, ci mancate voi con la vostra esagerata magrezza!", ha commentato un utente. E ancora: "Mannaggia. Eri bella. Ora alla bellezza è succeduta la magrezza".

Di commenti di questo genere ce ne sono a bizzeffe e non sono proprio tutti costruttivi. Così stanca delle continue insinuazioni e attacchi, Alessia Marcuzzi ha risposto: "Io sono una mamma in salute che mangia tanto (sui set mi chiamano carboidrato) e non potrei mai dare un esempio sbagliato ai miei figli. Li lascio sfogare (in riferimento ai detrattori che la attaccano, ndr) perché a volte è un modo per farsi notare. Non mi interessa il giudizio di gente che non conosce la mia vita e il mio viver sano!".

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Un post condiviso da Alessia Marcuzzi (@alessiamarcuzzi) in data: 2 Ago 2017 alle ore 01:39 PDT

Francesca Cipriani sexy in piscina

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Fonte foto: 
Instagram
Francesca Cipriani sexy in piscina 1
Sezione: 

Mozzafiato in piscina, Francesca Cipriani si mostra su Instagram con un nuovo bikini e anticipa i progetti futuri: vacanze in Salento

Francesca Cipriani super sexy su Instagram in uno scatto in bikini. La soubrette si mostra in piscina con addosso un bikini a triangolo nero, con applicazioni floreali rosa, che le mette in risalto il fisico mozzafiato. Sullo sfondo dell'immagine un enorme paperotto gonfiabile, che evidenzia la simpatia e l'ironia dell'esplosiva Cipriani. La soubrette ha spiegato nella didascalia: "Milano for a few days. Next stop #gallipoli".

Ferragni-Fedez: ira funesta a Taormina

Rubati alcuni brani inediti di Vasco Rossi: lo staff vieta la diffusione

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Dalla pagina ufficiale del cantante di Zocca arriva la diffida a divulgare le canzoni sottratte illegamente

Dopo il successo senza precedenti di Modena Park, Vasco Rossiè costretto a fare i conti con il furto di alcuni suoi brani inediti.

A rendere noto lo sgradevole avvenimento è la pagina Facebook ufficiale del cantante, la Blasco Fan Club, che mette in guardia dall'utilizzo del materiale. "Cari Fan - si legge nel post - è di recente emerso che tra gli utenti della pagina Facebook di Vasco ed all'interno del Fan Club circolano file che, secondo le voci diffuse, conterrebbero tracce di brani inediti interpretati da Vasco".

Dopo aver dato comunicazione del furto, lo staff del Kom spiega che detenere e diffondere quei file configura un reato e dunque diffida chiunque ne sia in possesso a trasmetterli ad altri senza autorizzazione. "Si tratta di file sottratti ai legittimi proprietari in modo illecito - continua il messaggio - e che, pertanto, potrebbero essere oggetto di una condotta criminosa in relazione alla quale ci si riserva di agire presso le opportune sedi penali; alla luce di ciò, la detenzione di tali file da parte vostra può configurare, tra gli altri, il delitto di ricettazione".


Paolo Perego porta Rai1 in tribunale: "Danni di immagine e economici"

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La società di Lucio Presta annuncia su Twitter la citazione in giudizio della televisione di Stato per la questione di Parliamone Sabato

Fino a pochi giorni fa sembrava tornato il sereno tra Paola Perego e Rai1. Ma un tweet del marito e manager della conduttrice rivela che qualcosa è andato storto.

Ma facciamo un passo indietro. La travagliata vicenda è iniziata nel marzo scorso quando durante una puntata di Parliamone Sabato, Paola Perego si è trovata a dover elencare i sei motivi per cui è meglio scegliere una donna dell'Est. Da qui, un fiume di polemiche che ha portato al licenziamento della conduttrice e alla chiusura del programma. A giugno però la svolta. Un tweet pubblicato da Arcobaleno 3, la società del manager Lucio Presta, annuncia il ritorno in Rai della Perego. "Felici perché RaiUno ha scelto di riprendere il rapporto professionale con Paola Perego dopo un momento di 'straordinaria follia'", si leggeva.

Nei pochi mesi trascorsi qualcosa deve essere cambiato di nuovo perchè è sempre attraverso i social che il marito della conduttrice rivela di aver depositato una citazione in giudizio nei confronti della tv di Stato: "Oggi depositato atto di citazione a RaiUno per danni immagine, economici e biologici a seguito vicenda @peregopaola tribunale di Roma". Un segnale era già arrivato nei giorni scorsi quando Presta, dal profilo personale, scriveva: "Evidentemente doveva andare così! E così andrà, ma ne vedremo delle belle". Forse aveva appena ricevuto la notizia che la presentatrice non avrebbe più messo piede in Rai.

Chiara Ferragni pubblica una sua foto in topless. Ma Fedez la bacchetta

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La fashion blogger e il suo futuro sposo si trovano in vacanza in Sicilia. E come ogni vip che si rispetti, Chiara Ferragni pubblica costantemente sue foto e video, ma uno scatto in particolare ha scatenato la reazione di Fedez

Le vacanze estive di Chiara Ferragni e il suo futuro sposo Fedez proseguono tra gioie e piccoli litigi. In questi giorni la coppia è arrivata in Sicilia, nella splendida Taormina. I due si godono i paesaggi mozzafiato, le gite in barca e i locali tipici del posto e come ogni vip che si rispetti aggiornano costantemente il loro pubblico con foto e video.

Ma è proprio uno scatto ad aver scatenato "l'ira" di Fedez. La fashion blogger, infatti, ieri pomeriggio ha condiviso su Instagram una sua foto del lato b con la didascalia "Sicilia bedda (and being half sicilian makes me super proud)". Nell'immagine la Ferragni è girata di spalle e, oltre a mettere in bella mostra il lato b, si fa vedere in topless.

Come un fulmine a ciel sereno, tra i vari commenti, è arrivato anche quello di Fedez. "Cosa c'entra questa didascalia con la foto del tuo culo?", scrive il rapper con tanto di faccina pensierosa. All'intervento di Fedez è seguita una pioggia di commenti di apprezzamento per la sua ironia. E nel giro di qualche ora la foto della Ferragni ha superato i 320 mila "like".

Sicilia bedda (and being half sicilian makes me super proud) #TheBlondeSaladGoesToTaormina

Un post condiviso da Chiara Ferragni (@chiaraferragni) in data: 2 Ago 2017 alle ore 14:19 PDT

Il Festival Puccini di Torre del Lago prende il volo con la Rondine e Turandot

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La 63esima stagione del Festival celebra l’anniversario della prima rappresentazione dell’opera «La Rondine» sabato 5 agosto con l’allestimento scenico a firma di Giuliano Spinelli per la regia di Plamen Kartaloff. Venerdì 4 in scena la Turandot di Signorini

A Torre del Lago arriva sabato prossimo 5 agosto la Rondine del centenario. Dopo la Fanciulla del West Puccini si dedicò a lungo alla ricerca di un nuovo soggetto da musicare; una ricerca che lo portò ad esplorare tanti progetti, tra cui quello di un’opera su libretto di Gabriele D’Annunzio ma che poi abbandonò. Fu solo nel 1913 che i due impresari di Vienna, Eibenschutz e Berté, convinsero Puccini a firmare un accordo per un’operetta.

Con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, in seguito all’assassinio di Francesco Ferdinando Imperatore d’Austria e la successiva entrata in guerra dell’Italia, però Puccini si convinse dell’opportunità di annullare il contratto con gli austriaci e solo dopo essersene sbarazzato cominciò la composizione dell’opera che ultimò nella primavera del 1916.La decisione di Puccini e Sonzogno di mettere in scena l’opera nel Principato di Monaco destò qualche polemica da parte dei francesi che non vedevano di buon occhio la messa in scena di un’opera a Montecarlo commissionata da uno Stato nemico; ciò nonostante l’opera fu messa in scena la prima volta il 27 marzo 1917 e fu accolta con successo trionfale a Montecarlo.

A Torre del Lago l’allestimento del centenario è stato affidato al regista bulgaro Plamen Karataloff che del capolavoro di Puccini dice «autografo lirico geniale di Puccini rappresenta un vero e proprio pezzo di storia della musica “Amor sentimentale, storie, storie. Si vive in fretta Mi vuoi? Ti voglio; - È fatto!”. Questa la filosofia pratica delle eroine pucciniane? Magda e Liset: due uccellini in volo ma con il coraggio e la forza di scappare dalla realtà nell’illusione. Con il coraggio e la forza di sognare Magda fugge dalla vita grigia e dalla noia insopportabile, dalla ricchezza e dalla sicurezza». È con queste considerazioni che Kartaloff ha curato la regia della messa in scena regalando al pubblico uno spettacolo molto godibile, frizzante, sottolineato dalla bacchetta di Beatrice Venezi sul podio dell’Orchestra del Festival Puccini e dagli stupendi costumi firmati da Floridia Benedettini e Diego Fiorini della Fondazione Cerratelli. Ecco i protagonisti della prossima ed ultima recita sabato 5 agosto: Lidia Lunetta vestirà i panni di Magda, nel ruolo di Lisette Elisabetta Zizzo mentre Ruggero sarà interpretato da Alessandro Fantoni. Completano il cast Alberto Petricca nel ruolo di Prunier e Davide Mura nel ruolo di Rambaldo. Al loro fianco si esibiranno Alessandro Biagiotti (Perichaud), Emmanuel Lombardi (Gobin), Claudio Ottino (Crebillon), Anna Paola Troiano (Yvette), Imma Iovine (Bianca) e Deborah Salvagno (Suzy). Un maggiordomo, Andrea Del Conte, un cantore Giulia Filippi, un giovine, Carlo Avarese, una grisette Beatrice Cresti, una donnina, Beatrice Stella, altra donnina Micaela D’Alessandro, assistente alla regia, Lorenzo D’Amico, coro del Festival Puccini, direttore Salvo Sgrò.

Il giorno prima, invece, venerdì 4, un grande classico con il ritorno di Turandot. Sebbene il maestro non riuscì a terminarne la composizione, resta il lavoro più maturo e compiuto di tutta la sua produzione, quello in cui Puccini riesce ad introdurre tutti gli elementi della sua poetica: il lirico-sentimentale, incarnato dalla dolce Liù, la figura più toccante e autenticamente pucciniana; quello eroico, di Calaf e Turandot; quellocomico-grottesco, interpretato dalle tre maschere e quello esotico che vede la vicenda svolgersi senza alcun riferimento storico ma con l’inserimento di temi cinesi autentici come l’aria Là, sui monti dell’est interpretata dal coro delle voci bianche la cui melodia è tratta da una canzone popolare cinese «Mo li hua» Fiori di gelsomino che Giacomo Puccini aveva ascoltato dal carillon del suo amico, il barone Fassini.

A mettere in scena l’incompiuta pucciniana per il 63° Festival Puccini il presidente della Fondazione Festival Pucciniano, Alberto Veronesi, ha chiamato il giornalista direttore di «Chi» Alfonso Signorini che ha scelto di focalizzare la sua regia sul personaggio della schiava Liù, che diventa centrale nella sua interpretazione perché è con il suo sentimento, con la forza del suo amore che Turandot si umanizza. Turandot nell’allestimento firmato da Carla Tolomeo per le scene e i bellissimi costumi di Fausto Puglisi e Leila Fteita torna in scena nel Gran Teatro di Puccini venerdì 4 agosto: sul podio, fa il suo debutto in Italia il giovane direttore norvegese il M° Vegard Nilsen; nel ruolo della principessa Turandot fa il suo debutto Irina Rindzuner, affiancata da Calaf di Amadi Lagha. Il re tartaro Timur avrà la voce di Alessandro Guerzoni, mentre la dolce Liù sarà impersonata da Dafne Tian Hui. I tre ministri saranno interpretati da Raffaele Raffio per la parte di Ping, Tiziano Barontini per quella di Pong e Ugo Tarquini per Pang. L’Imperatore Altoum sarà Emmanuel Lombardi. Carmine Monaco D’Ambrosia (Un mandarino) Samuele Simoncini (Principe di Persia) Anna Russo e Deborah Salvagno (le ancelle). Il coro del Festival Puccini sarà diretto da Salvo Sgrò, mentre il coro delle Voci bianche del Festival è diretto da Viviana Apicella.

Nel giardino del Teatro a cura degli Amici del Festival Pucciniano si svolgerà prima dell’inizio dell’opera (ore 19,30) la conferenza con guida all’ascolto a cura del professor Emiliano Sarti.Biglietteria 0584.359.322- ticketoffice@puccinifestival.it biglietti da 19.50 euro a 159.

Accuse al regista Kim Ki-Duk: "Schiaffi per fare scena di nudo"

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I fatti sarebbero avvenuti sul set del Moebius. Il nome dell'attrice non è pubblico

I fatti sono avvenuti nel 2013, ma soltanto oggi la notizia è stata pubblicata, complice il quotidiano coreano Dong-A Ilbo. Al centro della vicenda un'attrice, il cui nome non viene rivelato, che si è rivolta alla procura dopo essere stata malmenata sul set di uno dei film di Kim Ki-Duk.

La donna, secondo un esposto alla procura, sarebbe stata schiaffeggiata dal regista Leono d'Oro a Venezia (nel 2012, con Pietà) per girare una scena di nudo nel suo Moebius. A seguito di quei fatti avrebbe lasciato il set, per essere sostituita da Lee Eun-woo nella pellicola, controversa per i contenuti sessualmente espliciti e perversi.

Un portavoce della Procura distrettuale di Seul ha confermato alla France Press che "è stata presentata una denuncia contro il regista e gli inquirenti hanno aperto un fascicolo sul caso", ma non ha aggiunto altri dettagli utili, spiegando di non poterlo fare per ragioni di privacy.

Kim ha negato l'accusa di aggressione, aggiungendo: "Poiché si parla di quattro anni fa, non ho ricordi chiari ma è successo mentre provavo a spiegare come rendere l'azione più reale". La scena in questione rappresentava una lite violenta tra una coppia sposata.

Il film fu inizialmente bandito dai cinema in Corea del Sud, perché ritenuto osceno, poi distribuito con alcune tra le scene più controverse cancellate.

Cristiana Capotondi confessa: "L'astinenza è il segreto della mia storia"

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Intervistata dal settimanale "F", Cristiana Capotondi ha parlato del suo rapporto con il compagno Andrea Pezzi: "L'idea di togliere il sesso dal nostro rapporto è venuta a lui"

L'attrice Cristiana Capotondi si è raccontata in una lunga intervista al settimanale "F" e ha svelato qualche dettaglio della sua vita privata.

Legata da più di dieci anni all’ex dj di Mtv Andrea Pezzi, la Capotondi parla della stabilità della sua relazione e svela anche qualche segreto per mantenere il rapporto duraturo. L'attrice ha confessato che uno dei segreti del loro amore è l'astinenza. Lei e il suo compagno, infatti, hanno deciso per un periodo di eliminare il sesso dalla loro relazione: "Ero in quella fase che da ragazza diventi donna e cerchi di capire come sei fatta. Ovviamente l'idea di togliere il sesso dal nostro rapporto è venuta ad Andrea, non glielo avrei mai imposto, con il rischio che si cercasse svago altrove. Ha funzionato perché da allora non sono stata più gelosa, una forma di liberazione assoluta".

Cristiana Capotondi, quindi, rivela che aver regolarizzato il sesso nel rapporto con il suo compagno è stata una vera e propria svolta. E ancora: "Sto bene con il mio compagno, ci piace la vita che facciamo e non la cambierei. Tanti anni poi li abbiamo dedicati ai viaggi, a ritagliarci i nostri spazi. Detto questo, se un giorno ci venisse voglia di fare i genitori un figlio potremmo farlo".

In conclusione dell'intervista, Cristiana Capotondi ha sottolineato il fatto che non si deve considerare la maternità come una tappa obbigata nella vita di una donna: "Anche le donne senza figli vivono delle emozioni uniche".

Grande Fratello Vip, i primi nomi dei concorrenti

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Manca poco alla seconda edizione del Grande Fratello Vip e in rete circolano già i primi nomi dei concorrenti. L'unico ad essere stato confermato è Cristiano Malgioglio

Dopo la prima edizione fortunata del Grande Fratello Vip, è tutto pronto per la nuova stagione con al timone sempre la bellissima Ilary Blasi.

La moglie di Francesco Totti sarà affiancata come lo scorso anno da Alfonso Signorini. I due dovranno guidare per un mese e mezzo 12 vip che dovranno convivere all'interno della stessa casa. Il Grande Fratello Vip, come lo scorso anno, inizierà a settembre e alcuni nomi dei partecipanti sembrano essere definitivi, nonostante non siano arrivate ancora conferme ufficiali.

Come scrive Alberto Dandolo su Dagopsia sei nomi del cast posso essere già annunciati in anteprima. E sono: Giulia De Lellis, i fratelli Rodriguez (Jeremias e Cecilia che gareggeranno come unico concorrente), Serena Grandi, Cristiano Malgioglio, Aida Yespica, Simona Izzo e Carmen Di Pietro.

L'unico nome tra questi che trova conferma è quello di Cristiano Malgioglio che nei giorni scorsi ha rilasciato un'intervista nella quale ha confessato di partecipare al Grande Fratello Vip per esigenze economiche.

È morto Robert Hardy, il Ministro della Magia di Harry Potter

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L'attore è apparso nel secondo, terzo, quarto e quinto capitolo delle avventure del maghetto con la cicatrice sulla fronte

È morto l'attore britannico Robert Hardy, una figura familiare al pubblico televisivo inglese grazie a serie quali "The Trobleshooters", "Manhunt", e "Creature grandi e piccole". Fra i suoi ruoli televisivi anche quello del principe Alberto nel serial di 13 ore "Edoardo VII principe di Galles". Al cinema l'attore ha interpretato con Richard Burton "La spia che venne dal freddo", ma la notorietà internazionale è arrivata, negli anni 2000, grazie alla sua partecipazione alla saga cinematografica fantasy di Harry Potter.

Robert Hardy ha, infatti, interpretato il Ministro della Magia Cornelius Caramell nel secondo, terzo, quarto e quinto capitolo delle avventure del maghetto con la cicatrice sulla fronte. La morte di Hardy, 91 anni, è stata riferita dalla stampa inglese dalla famiglia dell'attore.

Il personaggio di Cornelius Caramell appare per la prima volta nel romanzo Harry Potter e la camera dei segreti, accompagnando Albus Silente a prelevare Rubeus Hagrid per portarlo nella prigione di Azkaban in quanto sospettato dei tentati omicidi a Hogwarts di cinquanta anni prima, avvenuti a causa dell'apertura della Camera dei Segreti.

Nato nel 1925, Hardy ha ricevuto una formazione classica, prima nel famoso collegio Rugby School e in seguito all'Università di Oxford. In una nota i suoi figli lo descrivono anche come un "linguista meticoloso e uno storico di tutto rispetto".


Si riapre il caso Perego: a rischio lo show in Rai

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A sorpresa la società del manager (e marito) Lucio Presta denuncia Viale Mazzini

In Rai le polemiche non vanno in vacanza. Proprio immediatamente dopo la risoluzione del «caso Giletti» (passato a La7) si riapre il «caso Perego». L'altra sera, con un tweet, la società Arcobaleno Tre di Lucio Presta, marito e manager della Perego, ha annunciato di aver depositato al Tribunale di Roma un atto di citazione nei confronti di Raiuno per «danni di immagine, economici e biologici» a seguito di una vicenda che per giorni aveva monopolizzato le cronache televisive.

Il programma Parliamone sabato di Paola Perego era stato drasticamente chiuso dopo la messa in onda di un «vademecum sulle donne dell'Est Europa» che aveva scatenato polemiche sui social e discussioni sui giornali. A fronte di un servizio non particolarmente elegante né politicamente corretto (come tanti altri su tutte le tv generaliste italiane, peraltro), il provvedimento di chiusura era comunque apparso a molti come esagerato. Tra questi, ovviamente, Lucio Presta che su Twitter non le aveva mandate a dire a nessuna carica dei vertici Rai. Però la vertenza sembrava essersi ricomposta e il nome della Perego era di nuovo comparso nei palinsesti della stagione prossima ventura. Ora però, dopo questo atto giudiziario, ritorna tutto di nuovo in gioco.

Da voci che circolano in Rai, si è venuto a sapere che poche settimane fa era stata offerta alla Perego la prospettiva di condurre su Raiuno ben 8 prime serate tra fine 2017 e metà 2018, le prime quattro tra dicembre e gennaio e le altre a fine primavera, probabilmente tra maggio e giugno.

Ora sembra evidente che questa prospettiva sia destinata a entrare in stand by. In sostanza - ed è comprensibile - è difficile immaginare nuove forme di collaborazione in presenza di una vicenda giudiziaria che riguarda proprio l'ultima, recente, collaborazione. Ed è probabile, o quantomeno ipotizzabile, che Viale Mazzini decida di reagire con una azione risarcitoria a fronte dell'esposto in Procura presentato da Arcobaleno Tre.

Insomma, una grana in più per una Rai che ha appena cambiato direttore generale e che si sta preparando ad affrontare la delicatissima stagione che porta alle elezioni politiche. In più, ci mancherebbe, la decisione di adire le vie processuali contro la Rai, fa immaginare a molti che Paola Perego possa aver ricevuto soddisfacenti proposte da altri poli televisivi. Per capirci, si potrebbe profilare un altro abbandono in casa Rai. Vedremo.

Su Giletti (e Fazio...) i conti non tornano

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I conti della Rai rischiano di non tornare. L'altro giorno, il direttore generale, Mario Orfeo, ha lanciato l'allarme: nel 2018, infatti, il bilancio potrebbe chiudere in rosso, fino a cento milioni di euro e, francamente, come consigliere d'amministrazione, sono molto preoccupato. Abbiamo condotto una lunga battaglia per ridurre l'evasione del canone, inserendolo nella bolletta della luce, ma, tra un anno, potremmo ritrovarci al punto di partenza con un buco spaventoso. Come è possibile tutto ciò? In questi mesi il cda Rai aveva cercato di trovare una soluzione al problema del tetto degli stipendi agli artisti perché, era stato ribadito più volte, non potevamo lasciare alla concorrenza le nostre professionalità migliori. Giusto ma non quando veniamo a scoprire che il Rex di Viale Mazzini sta andando incontro a così gravi passivi di bilancio: sarebbe stato meglio, forse, rinunciare ai «pezzi da novanta» e andare avanti con gli «outsider» che costano meno e magari possono rappresentare anche una novità. C'è stata, pure, una evidente disparità di trattamento. Da una parte, abbiamo, infatti, trattenuto in tutti i modi Fazio - anche se il sottoscritto ha preso in ogni modo le distanze - pagandolo a peso d'oro (a proposito: Fabio non ha neppure risposto alla mia lettera aperta sul Giornale in cui gli chiedevo di autoridursi lo stipendio) mentre, dall'altra, un professionista come Massimo Giletti è stato indotto ad andarsene con la chiusura della sua Arena domenicale. Secondo il direttore generale sarebbe anche stata una questione di risparmio: la trasmissione è costata 5 milioni di euro, ma ha garantito, solo, un incasso pubblicitario di 2,7 milioni. Considerando che il programma è andato in onda, nel corso dell'ultima stagione televisiva, 39 volte (le 37 puntate indicate da Orfeo, più le due di remake con il meglio dell'anno) avrebbe, quindi, portato ad una raccolta pubblicitaria di poco inferiore a 70 mila euro a puntata. Una cifra francamente molto bassa considerando che la media d'ascolto è stata di quasi tre milioni e mezzo di spettatori, con uno share del 20,5% e con picchi di 6 milioni. Non più tardi di un mese fa, Aldo Grasso, che di tv se ne intende, aveva scritto sul Corriere che L'Arena era «una manna per Rai Pubblicità». E allora chi ha ragione? Considerando i tre «break» tradizionali più quello che precedeva l'avvio della trasmissione subito dopo l'edizione del Tg1, vorrei sapere, a questo punto, a quale prezzo venivano venduti i singoli spot durante lo show di Giletti, tanto più che il giornalista torinese è approdato ora a La7 di Urbano Cairo, un manager che non è certo abituato a buttare i soldi dalla finestra. A questo punto, a prescindere dal suo share, vorrei anche conoscere le previsioni pubblicitarie del prossimo programma di Rai1 di Fazio, tenendo conto che solo lui, lasciando perdere tutte le altre spese, verrà pagato 2,8 milioni l'anno - 11,2 milioni in quattro anni - cioè più della metà di quanto la Rai ha dovuto sborsare complessivamente per tutta la stagione scorsa dell'Arena. Alla faccia del risparmio.

Tra rabbia e indifferenza. Così Bigelow racconta la sommossa di Detroit

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La regista statunitense mette in scena le violenze a sfondo razziale avvenute nel '67. E dimenticate

Nascosta dietro una stradina alberata, la casa di David Senak a Detroit dà l'impressione di essere la tipica palazzina tranquilla, nella periferia urbana di una qualsiasi città americana. Il giardino è ben tenuto, tutto è in ordine.

La scelta di Senak di nascondersi nella quotidianità dell'hinterland di una grande città lo ha tenuto lontano dagli occhi indiscreti dell'opinione pubblica per un lungo periodo, ma ora quel rifugio temporaneo sembra essere stato espugnato. I giornalisti hanno scoperto il suo indirizzo e quel quadro di apparente serenità, che nasconde il passato tetro di uno dei residenti, è stato stravolto. David Senak è il simbolo della terribile notte dell'Algiers Motel, fra il 25 e il 26 luglio 1967. Una storia non molto conosciuta al di fuori degli Stati Uniti, che tuttavia può aiutare a capire l'America di oggi.

Senak è uno degli agenti della polizia di Detroit protagonisti dei fatti del 1967 e ora raccontati dalla regista di Zero Dark Thirty Kathryn Bigelow nel film Detroit. Sono passati cinquant'anni da quando l'uomo e un gruppo di colleghi, dopo avere fatto irruzione nel motel, uccisero a colpi di pistola dopo averli selvaggiamente picchiati, tre giovani afroamericani fra i 17 e i 19 anni, ferendone altri sette. Per quei fatti, né Senak né gli altri poliziotti furono mai ritenuti responsabili. Quell'episodio fu solo uno spaccato di una più ampia rivolta avvenuta nella principale città del Michigan, scattata dopo un raid della polizia in un locale notturno e sfociata in una delle guerriglie urbane più letali della storia degli Usa. Negli scontri morirono 43 persone, 1189 rimasero ferite, più di 7200 vennero arrestate e vennero distrutti oltre 2mila edifici.

Una vicenda rimasta opaca, su cui Kathryn Bigelow cerca di mettere luce con un film interpretato da John Boyega (Star Wars Il risveglio della forza), Anthony Mackie (Capitan America, Civil War) e Will Poulter, nei panni del poliziotto al centro della vicenda. L'intento è quello di spiegare cosa sia accaduto in quei caldissimi giorni d'estate, anche alla luce dei fatti di Ferguson del 2014, che così tante attinenze hanno con quanto successe a Detroit quasi cinquant'anni prima. «Ho scelto di girare questo film, proprio in seguito alle rivolte di Ferguson, le proteste avvenute a più riprese dopo l'uccisione di Michael Brown, un teenager di colore che aveva rubato delle sigarette, da parte di Darren Wilson, un agente che non è mai stato punito».

In un momento di grande divisione per gli Stati Uniti, questo film è destinato a far discutere. L'eterna questione delle divisioni razziali, dei diritti negati agli afroamericani, torna a far riflettere. Il film della Bigelow racconta il degrado urbano e la disperazione economica dell'America dei quartieri poveri, a maggioranza afro-americana, la nascita dei ghetti e i loro rapporti difficili con la polizia, prevalentemente bianca. Non ci sono buoni o cattivi, ma un conflitto sociale e razziale che ha creato frustrazioni e risentimenti, soprattutto nelle fasce meno agiate della popolazione, di ogni etnia. E che non è confinato al passato. «Non so se sono la persona ideale per trattare un argomento come questo - dice la Bigelow, californiana, bianca, classe 1951, ex moglie di James Cameron, due Oscar nel 2010, miglior film e miglior regia, per The Hurt Locker - ma stiamo parlando di fatti avvenuti cinquant'anni fa, che nessuno ha più ricordato. Questa vicenda andava raccontata e spero che da questo film nasca un nuovo dialogo negli Stati Uniti. Per umanizzare una situazione che è quasi rimasta invariata. Da troppo tempo questi problemi vengono considerati astratti e non reali, da chi non li vive sulla propria pelle ogni giorno».

Prima di oggi questa storia infatti era stata raccontata solo dagli atti giudiziari, dagli articoli di giornale, dai servizi televisivi locali, ma ora il film della Bigelow vuole rivolgersi a un più vasto pubblico e alla premiere, che si è tenuta proprio a Detroit, pochi giorni fa, la regista ha detto: «Ho sentito, da parte dei cittadini un grande sostegno, una grande emozione, anche quando visitavo la città per fare ricerche sui quei fatti. Ho incontrato i sopravvissuti e ho percepito la voglia di fare sentire la loro voce». Difficile non trovare parallelismi con la situazione odierna degli Stati Uniti, praticamente impossibile vedere Detroit senza farsi delle domande e avere voglia di trovare delle risposte.

"Coi Procol Harum ho creato il vero rock progressivo"

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La band festeggia cinquant'anni di carriera con un cd e con una tournée. Ad ottobre sarà in concerto in Italia

Vi ricordate chi sono i Procol Harum? Quella band inglese che ha inventato il rock barocco o sinfonico? Anche i più distratti ricorderanno la lenta e avvolgente ballad A Whiter Shade of Pale, uno dei più grandi successi da classifica di sempre, che in Italia ebbe altrettanto successo come Senza luce, interpretata dai Dik Dik. Ma i Procol Harum sono questo ed altro, dischi come A Salty Dog e Matador e, ancora guidati dal tastierista e cantante Gary Brooker, festeggiano mezzo secolo di musica con l'album Novum e con una tournée internazionale che toccherà l'Italia ad ottobre con concerti il 6 al Teatro Dal Verme di Milano, il 7 al Palasport di Pordenone e il 9 all'Auditorium Parco della Musica di Roma. Non si vedevano dalle nostre parti dal 2010 ma in Italia hanno ancora uno zoccolo duro di fan che li attende.

Gary Brooker, cosa vi spinge a continuare e a festeggiare il traguardo di mezzo secolo di musica?

«Il rock non è un lavoro ma una missione. Quando ti entra dentro non te ne liberi più, hai sempre voglia di regalare o condividere le emozioni con la gente. Devo dire che i fan mi aiutano a continuare, sono vivaci, preparati e anche i giovani ci seguono. E poi, se vogliamo essere precisi, festeggiamo cinquant'anni di Procol Harum, ma nel mondo della musica ci siamo da prima».

Ci racconti gli esordi.

«Come tutti in Inghilterra siamo stati influenzati dal blues e dal beat. Nei primi anni Sessanta c'era un fermento incredibile a Londra e in tutte le città inglesi. C'erano i Beatles e i Rolling Stones ma anche Alexis Korner, John Mayall e lo skiffle di Lonnie Donegan. Noi mettemmo su un gruppo, i Paramounts, e ci facemmo le ossa con un miscuglio di vari generi».

E poi?

«Poi ci guardammo in faccia e pensammo che dovevamo avere un'identità. Io seguii la mia strada e contattai musicisti come Keith Reed e Matthew Fisher con il suo inconfondibile organo. Io da piccolo suonavo il piano e prendevo lezioni di musica classica, ma presto fui influenzato dalla forza emotiva del boogie, dalle ballate di Ray Charles, dalle invenzioni jazz di Dave Brubeck e cominciai a elaborare il progetto Procol Harum che, accidenti, mi esplose in mano».

Cioè?

«È storia. Incidemmo A Whiter Shade of Pale che volò in vetta alle classifiche in Gran Bretagna, in America e in Australia. Abbiamo fatto subito il botto, siamo diventati famosi e da lì è nato il rock sinfonico, che in seguito sarebbe diventato il progressive rock».

Conosce la versione italiana di A Whiter Shade of Pale?

«Certo, Senza luce dei Dik Dik. È un pezzo molto difficile da rifare, soprattutto in un'altra lingua, ma devo dire che i Dik Dik sono stati molto bravi a catturarne lo spirito, anche nel testo e nei passaggi di organo».

È vero che il brano è ispirato da Bach?

«Da piccolo studiavo Bach e il brano si ispira alla Suite N.3 in Re maggiore, ma badate bene, si ispira soltanto, non è copiato, perché molti in seguito hanno copiato dalla musica classica».

Polemico?

«No, sincero, non rinnego le mie radici ma sapevo di aver fatto una buona canzone, che infatti ha resistito all'usura del tempo».

Come vede i Procol Harum nella storia del rock?

«Abbiamo fatto la nostra parte e lasciato il segno. Siamo passati dalla canzonetta alla suite ed eravamo in pochi a farlo allora, forse c'erano solo i Nice di Keith Emerson. Gli Who mi dissero di essersi ispirati a noi per creare Tommy, e Freddy Mercury per Bohemian Rhapsody. Il nostro era rock progressivo quando non si chiamava ancora così: poi sono arrivate tantissime grandi band come i Jethro Tull, che dal folk-blues sono passati al progressive e tutti gli altri, dagli Yes ai Genesis».

Avete cambiato molte volte formazione.

«Keith Reid e Robin Trower hanno fatto la storia della band, ma ognuno ha sempre contribuito al collettivo. Ecco: i Procol Harum sono un collettivo, come una squadra di calcio che sostituisce alcuni elementi durante la campagna acquisti».

Come saranno i nuovi concerti?

«Siamo carichi e crediamo che le nuove canzoni siano veramente buone. Non mancheranno i nostri classici - il pubblico li esige - perché abbiamo portato nelle classifiche anche altri brani come A Salty Dog».

Quando finirà l'avventura Procol Harum?

«Spero mai. Magari faremo meno concerti, ma io continuo a scrivere musica».

Miss Italia 2017, Garko e De Sica in giuria, Facchinetti conduttore

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Il 9 settembre verrà trasmessa la finale di Miss Italia 2017. Tra le tante novità ci sono la giuria digitale, le influencer e l'importanza dei social network

Miss Italia 2017 è alle porte, la finale del concorso di bellezza, infatti, si terrà il 9 settembre al PalaArrex di Jesolo e verrà trasmessa in diretta su La7.

Dopo una serie di indiscrezioni, intanto, l'ufficio stampa ha annunciato i nomi dei personaggi che comporranno la giuria. Ad assegnare la fascia alla più bella tra le ragazze in gara saranno Francesca Chillemi – eletta Miss Italia nel 2003 - e Gabriel Garko. In giura, invece, ci saranno gli attori Christian De Sica, Nino Frassica e Manuela Arcuri.

La novità di quest'anno è che non ci sarà un presidente di giuria, ma tutti i giurati saranno considerati alla pari. Ma le novità non finiscono qui. Tra le new entry, infatti, c'è la giuria digital incaricata di incoronare Miss Italia Social 2017. Ad assegnare questo nuovo titolo saranno Daniel Marangiolo, Jacopo Malnati, in arte iPantellas, le influencer Chiara Nasti e Giulia Valentina (ex fidanzata di Fedez, ndr) e l'attrice romana Angelica Massera. I social, quindi, quest'anno saranno molto importanti nel concorso di bellezza. Twitter, Facebook e Instagram verranno monitorati in tempo reale tramite l'hashtag ufficiale.

Dulcis in fundo, a condurre Miss Italia 2017, sarà Francesco Facchinetti. Al suo fianco anche la star del web Gordon, che regalerà al pubblico sketch esilaranti.

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