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Channel: Il Giornale - Spettacoli
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Halle Berry sexy in maxi t-shirt

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Olycom, LaPresse
Halle Berry sexy in maxi t-shirt 1
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Una carrellata di immagini di Halle Berry, avvolta in un outfit sexy in occasione della presentazione del suo ultimo film, "Kidnap"

Halle Berry super sexy per la presentazione a New York del suo ultimo film, in uscita oggi negli Stati Uniti, dal titolo "Kidnap". L'attrice indossa una maglietta dai bordi irregolari, con uno spacco destro significativo. L'outfit di Berry è piuttosto comune in questi giorni estivi: l'affascinante premio Oscar ha indossato altri abiti simili in differenti occasioni.


Fedez e l'addio (momentaneo) con il collega J-Ax

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Il rapper e la sua futura moglie hanno fatto una diretta su Instagram per rispondere alle domande dei fan. E dopo aver parlato del matrimonio, Fedez ha confessato che si dividerà momentaneamente da J-Ax

Chiara Ferragni e Fedez sono la coppia del momento, il loro matrimonio sembra essere alle porte e tutto procede a gonfie vele, ma un grande cambiamento è in arrivo per il rapper.

I due condividono ogni singolo momento della loro giornata con i fan. Foto, video, audio, tutto per rendere per partecipi gli utenti delle loro attività. Così, ieri pomeriggio, Fedez e Chiara Ferragni hanno deciso di fare di più, regalando ai fan una diretta durante la quale hanno risposto a numerose domande.

In primis, l'attenzione del pubblico si è concentrata sul loro matrimonio. "Quando ci sposiamo? - risponde Fedez -. Non adesso. Io avrei voluto sposarmi quest’anno ma è un casino. Quindi ho già detto che ci sposiamo il prossimo anno". Il discorso, poi, si è spostato sui figli. "Prossimamente ne faremo uno. Per una femmina abbiamo già il nome pronto, ma non ve lo diciamo. Se fosse un maschio vorremmo un nome italiano e io vorrei un maschio", continua il rapper. E la fashion blogger aggiunge: "Anch'io vorrei un maschio, ma so che sarà femmina".

E dopo una serie di domande, Fedez ha confermato il momentaneo addio a J-Ax. "Io e J Ax - conclude - a settembre abbiamo una grande novità, è una cosa enorme, gigante. Ce la stiamo facendo sotto a dire il vero. Non siamo ancora sicuri. Sarebbe un modo per concludere questo progetto perché dopo io e Ax spariremo per un anno o due per lavorare ai dischi solisti".

Matthew McConaughey scopre in diretta tv che Sam Shepard è morto

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Dalla reazione avuta dall'attore è evidente che non fosse ancora a conoscenza della notizia

Matthew McConaughey è venuto a conoscenza della morte del collega Sam Shepard mentre si trovava sul red carpet newyorkese di La Torre Nera.

In occasione della presentazione della nuova pellicola dell'attore, un giornalista dell'Associated Press pone all'attore una domanda in merito alla scomparsa di Shepard, evidentemente nella convizione che McConaughey lo sapesse già. Dalla reazione avuta dall'attore, così come si vede nel video, si capisce però che così non era.

"Sam Shepard è morto? - ha esclamato McConaughey - Ascolta, non voglio banalizzare la situazione, ho appreso la cosa da te in questo momento. Ma sai, al tempo ero solito dire al regista Jeff Nichols che il trailer di Mud poteva essere fatto con il solo Sam Shepard seduto sulla sedia verde che spiegava al ragazzino chi fosse Mud. Abbiamo perso uno dei giganti. Grande scrittore, mente brillantissima. Ok Sam, ci si vede dall’altra parte".

Chiara Ferragni, estate hot

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Instagram, LaPresse, Olycom
Chiara Ferragni, estate hot 1
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Chiara Ferragni hot in vacanza, mentre si gode un po' di relax estivo con il fidanzato Fedez: ecco le immagini esplosive

Chiara Ferragni, in topless, mostra il suo lato b hot e perfetto, il suo corpo snello ed elegante. La giovane, in vacanza in Italia con il fidanzato Fedez, ammira il mare di Taormina e delizia i suoi follower con l'immagine audace. Ma non è sfuggito ai più il commento dubbioso di Fedez, nei riguardi della scelta dello scatto a fronte della didascalia, che fa riferimento alla bellezza della Sicilia e alla provenienza della giovane.

Serie Dc introduce supereroe musulmana "per il clima politico"

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Nella 3a stagione l'eroina interpretata dall'attrice iraniana-americana Tala Ashe

"Non per buttarla in politica, ma qualcosa a cui tutti stavamo girando attorno tra gli scrittori era che il personaggio fosse musulmano". Così Marc Guggenheim, producer della serie televisiva DC’s Legends of Tomorrow ha spiegato durante una conferenza stampa ha Beverly Hills la decisione di introdurre una figura di questo tipo nella terza stagione, al via in autunno.

Si chiamerà Zari Adrianna Tomaz la nuova supereroe, un'esperta di informatica musulmana che vive nel 2030, in un mondo in cui gli esseri umani faticano a tenere il passo con una tecnologia che continua ad evolvere e in cui la ragazza si ritrova a diventare un'attivista digitale per rispondere alla "paura e al pregiudizio" che governano il mondo, secondo quanto riportato da Variety.

Uno statement politico la scelta degli autori, ispirata dalla situazione familiare del produttore, la cui cognata è musulmana. "Parlava di quanto sia difficile essere musulmana e americana nell'attuale clima politico - ha raccontato -. Avere un personaggio che è un hacker, viene dal futuro ed è anche musulmano, è un aspetto bello e importante del suo carattere".

Zari Adrianna Tomaz sarà interpretata da Tala Ashe, attrice con doppia cittadinanza statunitense e iraniana, fluente in lingua farsi.

Tosca si sfoga sui social ma viene insultata

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Lascia l'auto sul marciapiede e racconta tutto su social, ma Tosca viene insultata. La vicenda curiosa che riguarda la cantante comincia una sera a Roma

Lascia l'auto sul marciapiede e racconta tutto su social, ma Tosca viene insultata. La vicenda curiosa che riguarda la cantante comincia una sera a Roma quando parcheggia l'auto in modo errato. Pochi minuti dopo il mezzo viene portato via dai vigili. La cantante così decide di chiedere informazioni per ritirare la sua auto e pagare il verbale. A questo punto viene mandata sulla ostiense dove si trova il deposito delle auto. Ma all'arrivo la sua non c'è e le dicono che sta per arrivare. Ma l'auto arriva dopo quasi due ore di attesa. Poi Tosca nota che gli orari sul verbale sono stati posticipati e così su Facebook decide di raccontare tutto: "Amici, un messaggio lungo ma vi prego di leggere fino in fondo perché quello che mi è capitato è assurdo e potrebbe esservi molto utile". Ma di fatto dopo qualche giorno Tosca ha deciso di rimuovere il suo post. "Ho deciso di non renderlo più visibile per porre fine a questo “vomitatoio”. Mi sono trovata sommersa da insulti per aver parcheggiato male….chi ti credi di essere… ti vuoi fare pubblicità...per colpa di quelli come te l’Italia va a rotoli…".

Al Bano: "Dopo Ylenia ho lottato col Diavolo"

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Al Bano Carrisi in un'intervista a Così Cronaca rompe il silenzio sul periodo più doloroso della sua vita

Al Bano Carrisi in un'intervista a Così Cronaca rompe il silenzio sul periodo più doloroso della sua vita, ovvero legato alla scomparsa di Ylenia Carrisi. “Era tutto così ingiusto, il dolore era troppo grande. Mi sono allontanato da Dio, poi mi sono accorto che senza il conforto della preghiera stavo male due volte”. E Al Bano poi aggiunge: "Cominciai a vivere male inveendo contro il cielo – rivela ancora Al Bano – avevo imboccato una strada senza uscita”. Poi parla della sua malattia e dei malori che in questi anni ha dovuto affrontare. Il cantante sottolinea come il rapporto con la fede sia cambiato e come in alcune occasioni abbia ancge sentito "spesso la presenza di Satana“. Pregavo e mi coprivo di croci“, sottolinea ancora, “per difendermi, iniziavo a segnarmi con la croce finché non lo sentivo allontanarsi“. Insomma per Al Bano la scomparsa di Ylenia ha lasciato segni forti sulla sua vita privata. Segni che probabilmente non andranno mai più via...

Romina Power e quel triste ricordo di Ylenia

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Un triste ricordo. Romina Power ricorda Ylenia, la figlia scomparsa negli Stati Uniti con una foto particolare

Un triste ricordo. Romina Power ricorda Ylenia, la figlia scomparsa negli Stati Uniti. Lo fa con una foto particolare di qualche anno fa che ritrae una giovanissima Romina con in braccio la piccola Ylenia. "Una foto del 1971 con Ylenia in braccio. Costruivamo la nostra casa . Mi e' stata appena regalata dalla bambina con il cappottino chiaro , Anna Maria Pinto. Grazie!", scrive la cantante ringraziando chi le ha dato la foto. Il dolore per la scomparsa di Ylenia non l'ha mai abbandonata. Più volte la Power aveva denunciato una circostanza strana che si ripete a New Orleans. Ogni anno infatti, sottolinea da sempre la Power, nella città statunitense spariscono dal nulla più di 100 ragazze. La cantante non ha mai accettato la versione che la figlia sia annegata nel fiume Mississippi. Negli anni, dopo la separazione da Al Bano, Romina ha potuto contare sull'affetto degli altri figli. Un affetto che non le è mai mancato e che forse ha alleviato quella tristezza che da anni la accompagna.


Incidente hot per Diletta Leotta: tuffo e "fuori di seno"

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Diletta Leotta incanta sempre di più i suoi fan su Instagram. La conduttrice di Sky sta raccontando con video e foto le sue vacanze

Diletta Leotta incanta sempre di più i suoi fan su Instagram. La conduttrice di Sky sta raccontando con video e foto le sue vacanze. E con un video postato su Instagram ha davvero lasciato senza fiato i suoi fan. Si tuffa e dopo la prima bracciata il top del suo costume vola via. Un piccolo incidente hot che ha mandato "fuori di seno" la bellissima conduttrice. Ma la Leotta non si è fermata e ha proseguito così la sua nuotata mostrando anche un ottimo stile a delfino. Ma non c'è solo il video a sedurre i suoi fan. C'è anche una foto postata qualche giorno fa che la ritrae al mare, in Costa Smeralda, con un abito di pizzo trasparente che lascia poco spazio all'immaginazione. E in poch istanti la sua foto ha raggiunto più di 100mila like. (clicca qui per guardare il video del tuffo "fuori di seno")

De Martino e quella fuga d'amore in un resort

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Stefano De Martino è tornato con Belen? A quanto pare, nonostante le indiscrezioni rivelate da RadiDeejay le cose starebbero in modo del tutto diverso

Stefano De Martinoè tornato con Belen? A quanto pare, nonostante le indiscrezioni rivelate da RadiDeejay le cose starebbero in modo del tutto diverso. Secondo il settimanale Spy infatti De Martino si sarebbe lasciato sedurre da una fuga d'amore in un resort di lusso in compagnia di Gilda Ambrosio, blogger e stilista. Insomma a quanto pare il cuore di De Martino sarebbe già impegnato e ci sarebbe poco spazio per un ritorno di fiamma con Belen. Eppure "radio gossip" sussurra che una riconcilizaione tra i due possa essere dietro l'angolo. A giudicare dalle foto che i due hanno postato nelle ultime ore sembra questa un'ipotesi remota. De Martino infatti è apparso su Instagram in compagnia di alcune amiche mentre la stessa Belen è apparsa invece in compagnia di Andrea Iannone mentre scende da Jet privato. I due sembrano ancora lontani, ma di certo non sono esclusi nuovi colpi di scena.

Radiogiornale

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Lo streaming è compulsivo, frenetico e dispersivo anche se la quantità di musica ascoltata ogni giorno è oceanica, immensa come mai nella storia dell'umanità. Ma, anche se ci sono massicce concentrazioni sui singoli titoli (ad esempio sulla paracula Versace on the floor di Bruno Mars), è la radio che anche oggi, nel 2017, può decretare il tormentone dell'estate. E basta dare un'occhiata alla classifica airplay diffusa ieri da EarOne per rendersi conto che i brani più ascoltati in radio sono quelli che nei prossimi anni ricorderemo come i simboli di queste vacanze. Nell'ultima settimana, Francesco Gabbani è ritornato in testa con Tra le granite e le granate, confermando un tendenza di vertice ormai chiara da fine giugno. A seguire, Attention di Charlie Puth e Riccione dei Thegiornalisti (è il brano con il maggior numero di passaggi ed è anche leader tra gli indipendenti e airplay tv indipendenti davanti a Ragazza Paradiso di Ermal Meta e Benvenuto amore di Gigi D'Alessio) poi Versace on the floor e Senza pagare di J-Ax e Fedez. Infine Francesca Michielin guida la classifica airplay tv con Vulcano. Comunque già all'inizio di agosto si può individuare una tendenza difficilmente controvertibile nelle prossime settimane: vincono i brani italiani. Tante canzoni, da Mi gente di J. Balvin a Galway girl di Ed Sheeran sono molto presenti nell'etere. Ma a convincere stavolta sono i brani italiani, anche quelli confezionati per l'occasione come L'esercito del selfie di Takagi & Ketra. Un altro segnale che conferma il miglioramento qualitativo del nostro pop e dei suoi ascoltatori.

«Sono una classista d'anime che porta messaggi positivi»

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Gustavo Marco Cipolla

Cantante, soprano, attrice, danzatrice ma soprattutto performer. Alma Manera è un'artista completa, mamma felice che ama il suo lavoro e affronta la vita con il sorriso. Un rapporto molto profondo la lega alla promozione della fede. Una «classista d'anime» che crede ancora nell'impegno sociale mettendosi al servizio degli altri per fare del bene.

Ci racconti un episodio off che riguarda gli esordi della sua carriera?

«Avevo 12 anni, c'era la maratona di Telethon, mia madre ne era il direttore artistico per il Centro - Sud Italia. Io ero la ragazza sandwich, pubblicizzavo la raccolta fondi con due cartelli e, recitando poesie, invitavo ad offrire un contributo. La gavetta fa crescere».

Vita e professione. Quanto ha contato il rapporto con i suoi genitori nella sua formazione?

«Figlia d'arte, ma la carriera artistica l'ho scelta per vocazione. Un percorso naturale ostacolato perché la vita d'artista era considerata incerta. Mio padre, un anticonformista, fu uno dei primi a sperimentare il cinema indipendente, proprio lui che era parte integrante della compagnia stabile di prosa della Rai, negli anni in cui il dogma della cultura pendeva solo da una parte politica. Recitava i poeti greci ma anche D'Annunzio e fu accusato e processato per istigazione politica per un suo film. Mia madre ha compensato la stravaganza di mio padre con eleganza e talentuosa sobrietà».

E con la fede e la religione che rapporto ha?

«Spiritualista forse? Sicuramente una classista d'anime al servizio del bene. La fede, impalpabile dono, ci salva. Sono una fan dei grandi profeti, soprattutto di Gesù, simbolo di amore e verità contro il pregiudizio. Non è un caso aver interpretato alcuni ruoli sacri, primo fra tutti quello di Maria di Nazareth».

Tra le tante attività che svolge c'è anche il volontariato. E il progetto etico "Con il sole sul viso". Ce ne parla?

«Ha presente la torta più buona del mondo? Non puoi mangiarla da solo e penso che sia così anche per la vita. Condividere mi fa stare bene e invito a scoprire il mio progetto su www.conilsolesulviso.com. Noi artisti abbiamo il dovere di veicolare messaggi positivi».

Off difende gli operatori di cultura

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Al momento di saldare il conto dell'idraulico cosa fate? Gli corrispondete il dovuto per il lavoro svolto o lo liquidate dicendogli che il suo progetto è splendido ma purtroppo non c'è budget e però gli potete garantire visibilità postando la foto della sua prestazione su Instagram? E, nella seconda ipotesi, quale pensate che sia la sua reazione? Passando agli operatori culturali cambia tutto, a partire dalla suddetta reazione, di solito un silenzio risentito quando alla voce «saldo finale» subentra il melanconico «non pervenuto». Troppo spesso le professionalità non vengono considerate per quello che sono: attività che in quanto tali vanno riconosciute (anche) a livello economico. Ma il lavoro culturale viene percepito come un servizio di soggetti che se li paghi a babbo morto non sgomitano lungo la Main Street per riscuotere il credito. E infatti i professionisti culturali sono brave persone (citofonare Riccione Incontra, con tecnici e artisti per i quali ha dovuto pagare Pantalone), che fino ad ora sono state buone e però anch'esse nel loro piccolo s'incazzano: da oggi con loro c'è OFF. Scrivete (direttore@ilgiornaleoff.it), perché la festa dei furbi è finita.

Betta Guerreri, e il fashion è arte

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La stilista che veste le star apre un nuovo spazio per i giovani a Milano

Giovanni Terzi

Riconosciuta come «la regina del tubino», pezzo clou del guardaroba femminile, dove ha saputo, grazie a tagli innovativi (da vero ingegnere del corpo femminile), coniugare bon ton e sensualità, fuggendo dalla noia quanto dall'esibizionismo, oggi, in un'epoca di globalizzazioni, Betta Guerreri, fashion designer di Gio' Guerreri, lancia quanto di più personalizzato possa offrire il Made in Italy, il ton couture, un mix tra quel bon ton che l'ha resa famosa e la couture che ha rilanciato con successo (erano suoi gli abiti più applauditi ai recenti matrimoni nobiliari in Europa). La stilista ha ripreso le redini del suo marchio Gio' Guerreri forte anche di un nuovo accordo con il produttore Luigi Del Viscovo, che realizzerà le linee.

«E si riparte con una nuova sede, un grande spazio multifunzionale a Brera dove dalle vetrine vediamo il manifesto di Giorgio Armani, un esempio di grinta lavorativa per tutti i giovani», dice la stilista, che sfila le sue creazioni anche in Tv vestendo le più belle conduttrici. L'open space di via Sacchi 5 a Milano si aprirà a giovani creativi, artisti e scrittori che non trovano luoghi dove presentare le loro opere. All'interno dello show room c'è anche una sartoria che ricorda quella delle sorelle Fontana.

Questo è sempre stato il binario su cui Betta Guerreri ha sempre lavorato producendo anche capi unici e speciali, da cui magari nascono poi ispirazioni per gli abiti del prêt-à-porter, che sviluppa anche una nuova vendita on line legata ai siti bettaguerreri.com e gioguerreri.com».

Una vera storia di legittima difesa

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In libreria la storia del tabaccaio che uccise un bandito armato

Paola Carella

«Tenevamo nel cassetto questo libro da molto tempo. Non volevamo pubblicarlo. Ma ad ogni rapina successiva alla nostra maturava sempre di più dentro di noi la voglia di raccontare la nostra storia. Di far capire a tutti cosa significa vivere quella tragedia in prima persona. Siamo stanchi di sentire sempre i soliti dibattiti» - è Nicolò Petrali a raccontare cosa lo ha spinto, insieme al fratello Marco, a scrivere Legittima difesa. La vera storia di una rapina finita nel sangue . Il libro racconta la storia di Giovanni Petrali, il tabaccaio di Milano, vittima di una violenta rapina che, il 17 Maggio 2003, uccise uno dei due malviventi, e ne ferì un secondo. Il libro vuole essere un contributo vero, al rozzo dibattito che nel nostro paese si fa sul tema della legittima difesa. Aspira a essere un invito alla politica a fare qualcosa di concreto. In un estratto del libro di Nicolò e Marco Petrali, rispettivamente giornalista e avvocato, si legge: «L'unico modo per cambiare davvero l'istituto giuridico della legittima difesa, limitando la discrezionalità dei giudici, è quello di legittimare la proprietà come diritto fondamentale della persona (...) In parole povere, chi attenta ai miei beni attenta di fatto anche alla mia persona e dunque, in quel caso, io mi trovo automaticamente in una situazione di pericolo attuale per la mia incolumità. Solamente dopo aver raggiunto questo obiettivo si potrà pensare di allargare il perimetro entro il quale sia legittimo reagire, fissando i limiti che i cittadini devono rispettare per difendere la propria incolumità e i propri beni mediante l'utilizzo di armi. E senza che questa normativa venga, come oggi, di fatto, disattesa».


I fan contro Waters: basta politica

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Fischi al cantante Roger Waters che replica: "Andate a vedere Katy Perry"

Alla fine a mischiare troppo la politica con i concerti non finisce mai bene. Perché, fan degli Inti-Illimani a parte, il pubblico oltre una certa misura si scoccia, avendo pagato per le canzoni e non per un comizio. Se ne è dovuto accorgere anche Roger Waters.

L'ex bassista e voce dei Pink Floyd era stato piuttosto chiaro lo scorso gennaio: nel primo giorno di mandato del nuovo presidente degli Usa, Donald Trump, era intervenuto a gamba tesa sui social. Scrivendo su Facebook: «La resistenza comincia oggi». In realtà aveva già iniziato prima una sua personale campagna contro il candidato repubblicano. Che veniva regolarmente ridicolizzato, a colpi di video e di effetti speciali durante i suoi concerti, come quello a Città del Messico (dove effettivamente giocare contro Trump era facile).

Dalle elezioni però gli attacchi sono andati in crescendo. I suoi molti concerti, all'interno del nuovo tour Us + Them, pensato per lanciare l'ultimo album Is This the Life We Really Want?, si sono trasformati in un tiro al bersaglio contro The Trump.

Per carità, c'è liberta di espressione e Roger Waters nel mondo delle star è in buona compagnia nell'odio verso il presidente conservatore. Ma non tutti i fan del musicista sembrano aver apprezzato la scelta di Waters o avere voglia di farsi indottrinare a forza dopo aver pagato il biglietto per ascoltare della musica. Ad esempio, durante il concerto a New Orleans dell'8 luglio, dopo l'ennesima bordata di Roger Waters contro Donald Trump - sul maxi schermo durante la canzone Pigs (Three Different Ones) è comparsa la scritta «Trump is a pig», Trump è un maiale - parte del pubblico si è scocciata e, secondo i giornali locali, è partita una scarica di «buuh». Qualcuno se ne è anche andato.

Waters però non cambia idea. È tornato sulla questione anche in una intervista rilasciata alla Cnn il 16 luglio. Dopo aver criticato il presidente e i media che non prendono seriamente le sue responsabilità. Quanto ai fan statunitensi che non approvano: «Ognuno deve prendersi le proprie responsabilità... Trovo alquanto sorprendente che qualcuno possa aver ascoltato le mie canzoni per 50 anni senza capirci nulla». E ancora rivolto a chi vorrebbe staccare la politica dalla musica: «Allora andate a vedere i concerti di Katy Perry o delle Kardashians. Non me ne frega niente».

Del resto Waters è abituato a tirare dritto. Lo ha fatto anche dopo le ripetute accuse di antisemitismo per le sue posizioni su Israele.

Scalare la "Torre nera"? Fa venire i brividi (al regista)

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Sta per arrivare il film ispirato alla saga di Stephen King, con un grande cast. Attesissimo, rischia di deludere i fan...

Non è stata una cosa semplice portare al cinema la saga della Torre nera. Stephen King ha iniziato a svilupparla a partire dall'ottobre 1978 a puntate sulla rivista The Magazine of Fantasy and Science Fiction. Quelle prime storie che mescolavano elementi fantasy e western venne raccolta nel 1982 con il titolo L'ultimo cavaliere. A ispirare King erano stati quattro elementi: la lettura adolescenziale de Il Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien, la visione del film Il buono, il brutto e il cattivo di Sergio Leone e lo studio di due poemi dai toni cavallereschi e apocalittici come Child Roland to the Dark Tower Came di Robert Browning e The Waste Land di T.S. Eliot. Da queste storie King ha tratto un poco del DNA che ha effuso nel La torre nera in ben otto volumi (L'ultimo cavaliere, La chiamata dei Tre, Terre desolate, La sfera del buio, I lupi del Calla, La canzone di Susannah, La torre nera, La leggenda del vento).

La torre nera ha da sempre diviso il pubblico dei lettori e credo che succederà lo stesso con il film - The Dark Tower - che ha girato il regista danese Nikolaj Arcel, a breve nelle sale. Dovendo mettere su pellicola il fantasy-western kinghiano ci si è posti il problema di come adattare otto romanzi complessi e intricati in maniera lineare. Quanto si doveva restare fedeli allo spirito delle storie originarie? A che tipo di pubblico andava indirizzato un film di questo tipo? Nikolaj Arcel è decisamente chiaro nei suoi intenti anche se la pellicola ha avuto una lavorazione molto complicata. In origine il progetto avrebbe dovuto essere affidato a J.J. Abrahms e Damon Lindelof e per un po' si è persino ventilato che il regista avrebbe potuto essere Ron Howard. La torre nera di Arcel non è l'adattamento di un singolo romanzo e non è nemmeno un riassunto né delle puntate precedenti né di quelle future. Potrebbe essere il perfetto pilot per una serie televisiva (e non è un caso che si stia lavorando in parallelo anche a questa produzione). È una storia che usa i personaggi di Stephen King e li colloca però in una sorta di universo parallelo dove il racconto ha un inizio e una fine e non ha bisogno né di troppe spiegazioni né di dettagli precisi.

Questo sarà sicuramente un duro colpo per i fans de La torre nera che non troveranno una fedeltà filologica rispetto all'opera letteraria. Il film però può funzionare per pubblico giovane che ama storie dai temi apocalittici come Maze Runner, Hunger Games e Divergent. Proprio valutando la pellicola da questo punto di vista è probabile che i ragazzi dopo averla vista si avvicineranno ai romanzi. La storia è raccontata dal punto di vista del piccolo Jake Chambers (Tom Taylor) che è ossessionato da incubi terribili di un mondo parallelo al nostro dove alcuni bambini speciali sono utilizzati da un malvagio stregone di nome Walter Padick (nel film Matthew McConaughey) per cercare di distruggere con la forza del loro pensiero una gigantesca Torre nera. Queste terribili premonizioni coincidono con forti terremoti che scuotono la città di New York. La madre di Jake e il suo compagno non credono alle sue visioni e ai suoi disegni premonitori e per questo lo costringono ad andare in terapia dallo psicologo. Scopriranno che non solo il Medio Mondo esiste, ma che Walter sta facendo di tutto per permettere che il Mondo Cardine possa essere invaso (una volta abbattuta la Torre) da esseri malvagi che lo devasteranno e sui quali lui avrà il potere supremo. Oltre a Jake che si scoprirà essere dotato di grandi poteri mentali l'unico che può contrastare il negromante è Roland Deschain - interpretato nel film dall'attore di colore Idris Elba - l'Ultimo Pistolero, un cavaliere errante le cui pistole sparano proiettili forgiati con lo stesso metallo di Excalibur e che ha una partita aperta con Walt, il quale ha ucciso tutti quelli della sua stirpe, compreso suo padre. Idris Elba e Matthew McConaughey sono perfetti per incarnare questi due personaggi destinati ad affrontarsi in un ultimo epico duello.

I legami letterari con Tolkien e Sergio Leone nel film sono espliciti. Walter scruta il Mondo Cardine con le sue sfere magiche così come Saruman usa il suo Palantir. La Torre nera assomiglia visivamente quella di Isengard. Roland usa il completo silenzio per individuare i suoi nemici e centrarli. La pellicola è inoltre piena di omaggi alle opere kinghiane: una fotografia dell'Overlook Hotel di Shining, un lunapark abbandonato che reca la scritta Pennywise che rimanda a It, graffiti che inneggiano al Re Rosso de La sfera del buio...

La durata breve del film, solo 95 minuti, impedisce però al regista di raccontare nel dettaglio il passato dei personaggi e lo costringe a seguirne in diretta le azioni. Anche le carrellate di descrizione visiva del desolato Medio Mondo sono veloci anche se efficaci. Stephen King nei suoi romanzi si permette pause, riflessioni, dettagli che il regista non ha potuto usare.

Ma sicuramente gli spettatori usciti dal cinema reciteranno l'epico giuramento del pistolero: «Io non miro con la mano. Colui che mira con la mano ha dimenticato il volto di suo padre. Io miro con l'occhio. Io non sparo con la mano, io sparo con la mente. Io non uccido con la pistola. Io uccido con il cuore».

Gianluca Vacchi compie 50 anni. E festeggia il compleanno con Briatore

Il film del weekend: "Annabelle 2 - Creation"

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Un convincente viaggio nella casa degli orrori, molto curato nelle soluzioni visive e nella scelta del cast. La perfetta "meccanica dello spavento", però, atterrisce solo in maniera superficiale

L'uscita al cinema di "Annabelle 2 - Creation" di David F. Sandberg va ad alimentare un "universo condiviso" di matrice horror che è la risposta produttiva della Warner Bros a quelli già esistenti e assai redditizi delle pellicole Marvel e DC.

Il film nasce come prequel di "Annabelle", spin-off dell'acclamato "L'evocazione - The Conjuring", che deluse molto in termini qualitativi ma ebbe il merito di fruttare oltre 250 milioni di dollari a fronte di un investimento di circa 6.

Il nuovo capitolo sulla bambola maledetta è senz'altro superiore al precedente per ricerca stilistica, gestione dei tempi e soluzioni visive, oltre ad avere come punto di forza giovani protagoniste molto convincenti. Tuttavia, il film non è molto di più che un tour di raffinata fattura nei cliché dell'horror. Una serie infinita di jumpscare, inanellati con mestiere, spaventa il pubblico grazie all'uso intelligente dei suoni così come di luci e ombre. La padronanza sapiente di tanti elementi tipici del genere crea tensione autentica per tutta la durata del film e non si contano i riferimenti cinematografici a classici del terrore e non solo (come il "Mago di Oz" e "Pinocchio").

Senso di familiarità e mancanza di innovazione vanno di pari passo in quella che è una trama dalle svolte narrative impalpabili.

Siamo in una origin story tipica, ambientata negli Anni 50 in un casolare isolato in aperta campagna, da qualche parte in America. I Mullins (Anthony LaPaglia e Miranda Otto) hanno perduto da dodici anni la loro unica figlioletta, Annabelle, in un tragico incidente, quando decidono di dare ospitalità a una suora (Stephanie Sigman) e a sei ragazzine sfollate da un orfanotrofio. Nella grande casa c'è però una stanza chiusa a chiave, al piano di sopra, in cui finirà per entrare la piccola Janice (Talitha Bateman), una trovatella poliomelitica destinata a liberare presenze oscure.

Non c'è alcun bisogno di Ed e Lorraine Warren, i demonologi protagonisti delle pellicole principali dell'universo cinematografico "The Conjuring", perché le bambine al centro della scena, complici e angeliche, sostengono benissimo il film da sole.
L'unica presenza stonata del cast è la "religiosa col mascara", una Stephanie Sigman che era assai più credibile nel suo precedente ruolo in "007-Spectre".

Gli spazi sono presentati con meticolosità, modulandone l'accesso visivo attraverso un angosciante uso del buio e il fatto che certe situazioni siano assai prevedibili non ne smorza l’effetto.

A tanta cura formale si accompagna però, in vari momenti, approssimazione sul piano logico: a un terzo dalla fine arriva una spiegazione ormai superflua sull'origine della bambola, intuibile dall'inizio o quasi. Ma soprattutto, è risibile che nel film ci sia un demone arginato, talvolta, con una banale pestata sugli artigli o barricandosi dietro una porta chiusa a chiavistello, quando poco prima è presentato immune al crocifisso e dotato di teletrasporto.

"Annabelle 2 - Creation"è, in definitiva, un gran bel giro di giostra in una casa stregata ma non lascia il segno: regala un terrore che non vibra mai a fondo, perché nato semplicemente da una meccanica raffinata di confezionamento, e che finisce con lo sfumare via leggero come qualsiasi forma di divertimento momentaneo.

Chef Rubio contro Fedez: "Sono il tuo autore, dammi il 5% dei guadagni"

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Dopo aver preso di mira Belen Rodriguez per una foto pubblicata su Instagram, Chef Rubio si scaglia contro Fedez: "Hai rivenduto una mia idea"

Solo pochi giorni fa Chef Rubio ha innescato una polemica per una foto pubblicata su Instagram da Belen Rodriguez, ora rincara la dose prendendo di mira Fedez.

Ma facciamo un passo indietro e cerchiamo di capire meglio cosa è successo. La showgirl argentina aveva postato uno scatto del suo lato b e come didascalia aveva scritto, "sognando". Immediatamente Chef Rubio aveva commentato: "Come puoi dire 'sognando' quando è palese che stai facendo finta di dormire e te sei scattata la foto solo per farci vedere il vostume in mezzo alle chiappe?".

Nonostante la battuta al veleno la Rodriguez non aveva battuto ciglio. Che Rubio, invece, aveva aggiunto con il suo secondo profilo (diciamo secondo profilo perché la showgirl, in passato, lo aveva bloccato per via delle frecciatine non troppo carine, ndr): "Finalmente posso tornare a scrivere sul mio profilo preferito dopo due anni di blocco! Amore mio, le tue foto sono già poesie di loro… non sprecare tempo nell’aggiungere altro, la gente non capirebbe… tuo per sempre".

Dopo la bufera dei primi giorni, però, dai diretti interessati non si avevano più notizie. Fino a che - e qui subentrano i nuovi protagonisti - Chiara Ferragnipubblica una sua foto in topless e Fedez commenta: "Cosa c’entra questa didascalia con la foto del tuo culo?”.

Il rimprovero di Fedez non è passato inosservato né al pubblico né a Chef Rubio che subito ha preso di mira il rapper milanese, notando una certa similitudine alla sua battuta a Belen. Così ha commentato lo scatto della fashion blogger sul suo profilo Instagram: "Ahahahah ma tu guarda… io lo dico a Belen due settimane fa e tu pe fa’r simpatico stranamente lo rifai alla donna tua… visto che a sto punto sono il tuo autore vorrei il 5% di tutte le idee che te rivendi e su cui poi coi click guadagni (che me farebbe troppo comodo)… scrivimi in privato poi i dettagli per versamento…".

Arriverà la controreplica di Fedez?

Ahahahah ma tu guarda .. io lo dico a Belen due settimane fa e tu pe fa'r simpatico stranamente lo rifai alla donna tua .. visto che a sto punto sono il tuo autore vorrei il 5% di tutte le idee che te rivendi e su cui poi coi click guadagni ( che me farebbe troppo comodo).. scrivimi in privato poi i dettagli per versamento #poratcho #copy #copywriter #ahahahah #metajo #foreversecond #foreveralone #cercolanotiziamaarrivosempresecondo #rubiochef #ontheroad #ronin #roadtrip #redrobin #nature #naturelovers #rockstar #food #foodie #foodsgam #foodofinstagram #foodpic #foodpics #foodporn #chef #chefs #chefslife #chefoninstagram #Soffiamoviagliabusi

Un post condiviso da ChefRubio (@rubiochef) in data: 3 Ago 2017 alle ore 01:44 PDT

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