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Efe Bal contro il re del porno: "Siffredi si ritiri, è un vecchietto"

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La transessuale escort non è d'accordo con Malena, l'ultima scoperta dell'attore hard, che più volte ne ha elogiato pubblicamente le doti

Rocco Siffredi torna a far parlare di sé ma questa volta non per le sue qualità fisiche ma, al contrario, perché secondo qualcuno sarebbe troppo vecchio per girare ancora film porno.

A chiedere all'attore hard di ritirarsi dalle scene è Efe Bal, la transessuale escort più famosa d'Italia. Intervistata da Novella 2000, invita il 53enne a tornare dietro la telecamera. Dopo aver partecipato all'Isola dei Famosi nel 2015, il porno attore aveva infatti annunciato il ritiro dalle scene per dedicarsi alla regia. Promessa mantenuta ma solo per poco tempo. Dopo poco tempo infatti eccolo tornare in veste di protagonista con Malena, la sua ultima scoperta, che diverse volte ne ha elogiato pubblicamente le qualità.

Di altro parere è invece la escort che, senza mezzi termini, ha dichiarato: "Era meglio se Rocco se ne stava dietro la cinepresa. A una certa età si rischia di diventare patetici...perché non basta più avere le misure". E poi si rivolge all'attrice pugliese: " Mi dispiace che abbia dovuto recitare con un 'vecchietto' come Rocco. Ci sono in giro così tanti bei ragazzi, giovani e dotati...".


Melissa Satta pubblica una foto con Boateng e il figlio, ma un particolare scatena la rete

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La showgirl e il calciatore sono partiti alla volta di Ibiza con un jet privato, ma una banconota da 100 euro nelle mani del piccolo Maddox ha fatto infuriare gli utenti

Negli ultimi giorni si è parlato parecchio della famiglia Boateng a seguito di una animata discussione tra il calciatore e la moglie Melissa Satta che sarebbe finita con le lacrime di quest'ultima.

Ma il litigio è stato assolutamente passeggero e le decine di foto insieme ne sono una prova. La showgirl, il calciatore e il piccolo Maddox, per togliere ogni dubbio, sono partiti alla volta di Ibiza a bordo di un jet privato, ma ecco che qui casca l'asino. Melissa Satta e Kevin Prince Boateng, infatti, hanno pubblicato una foto della loro partenza e, oltre ad essere stati pesantemente attaccati perché su un jet privato, sono stati presi di mira per un particolare.

Guardando attentamente la foto, infatti, si nota che il piccolo Maddox è seduto su una poltrona e in mano ha una banconata da 100 euro. Non è chiaro se i soldi siano finti o veri, ma il colore verde è bastato per scatenare un vero e proprio putiferio. Tra chi ha attaccato la Satta e Boateng perché usano un aereo privato per spostamenti "così brevi" e chi si è detto indignato "nel vedere un bimbo di 3 anni con 100 euro in mano", la foto della showgirl è stata bombardata di commenti.

Ma non è tutto. Qualcuno non ha risparmiato nemmeno il piccolo Maddox. "Non sono solita commentare foto altrui - scrive un utente - ma avete ben poco da ostentare se lasciate ad un bambino di 3 anni con ancora il ciuccio una banconota da 100 euro". E ancora: "Ma perché non gli insegnate a togliere il ciuccio, piuttosto che sventolare banconote su un jet di lusso".

Tra i tanti commenti duri, ci sono anche quelli di chi ha apprezzato la foto della Satta e si complimenta con la famiglia Boateng. (Guarda la foto)

#maddox & @prince09_ #family #satteng

Un post condiviso da Melissa Satta-Boateng (@melissasatta) in data: 12 Giu 2017 alle ore 05:56 PDT

Katy Perry vota i suoi ex: "Ecco chi è più bravo a letto"

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Katy Perry ha stilato una classifica dei migliori uomini con cui ha fatto sesso nella sua vita definendoli comunque tutti degli "ottimi amanti"

Katy Perry ha stilato una classifica dei tre uomini migliori con cui ha fatto sesso: al primo posto troviamo il chitarrista John Mayer, al secondo Orlando Bloom e al terzo il disc jockey e rapper Diplo (Thomas Wesley Pentz).

Con il primo classificato la cantante è stata fidanzata per circa tre anni, dal 2012 al 2015 mentre con Orlando Bloom è stata meno di un anno. La cantante ha comunque sottolineato che "tutti erano stati ottimi amanti". Diplo ha invece risposto alla classifica dicendo: "Non ricordavo nemmeno di averci fatto sesso" prima di vantarsi: "Ho vinto la medaglia di bronzo alle Olimpiadi del sesso".

Negli ultimi giorni stanno emergendo particolari sulla vita privata di Katy Perry svelati durante la diretta streaming di tre giorni su YouTube in cui la cantante ha pubblicizzato il suo nuovo album, Witness. Si è fatta riprendere durante vari momenti della giornata, anche quello in cui dichiarava di aver pensato più volte al suicidio.

Alice Sabatini: "Ho perso 11 chili e sono finita in ospedale per le diete"

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Intervistata dal settimanale Diva e Donna, Alice Sabatini ha raccontato per la prima volta di aver superato un periodo piuttosto difficile dopo Miss Italia

"Sono finita in ospedale a causa di diete sbagliate", inizia così la lunga intervista di Alice Sabatini al settimanale Diva e Donna.

Dopo aver vinto Miss Italia nel 2015 per lei è iniziato un momento piuttosto brutto. La modella confessa che all'indomani del concorso di bellezza più importante in Italia non stava più bene col suo corpo. "Ho avuto uno sbalzo ormonale che mi ha trasformata - ha rivelato la Sabatini - e poi sono entrata nel tunnel delle diete sbagliate: sono finita anche in ospedale, ho rischiato un'operazione per un blocco intestinale. Ma adesso, per fortuna, è tutto risolto. Ho anche ripreso a fare palestra e a giocare a basket".

Alice Sabatini rivela per la prima volta che dopo Miss Italia per lei non è stato tutto rose e fiori. "La scorsa estate ero in crisi, mi vedevo molto cambiata e non riuscivo a mettermi in costume - ha proseguito -. La gente poi è sempre pronta a puntare il dito: anche sui social... per fortuna Gabriele (Benetti, il fidanzato, ndr) mi ha aiutato tanto".

Oggi la Sabatini ha superato quel momento così difficile, è tornata più in forma che mai e ha perso gli 11 chili presi dopo aver vinto Miss Italia 2015.

"Lecciso e Al Bano sono già sposi"

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"Lecciso e Al Bano sono già sposi" 1
Sezione: 

"Sono già sposati". La bomba-gossip la lancia Novella 2000 in copertina. Secondo il settimanale sono già fiori d'arancio tra Al Bano e Loredana Lecciso. Secondo le indiscrezioni riportate da Novella, il sì sarebbe arrivato probabilmente in Bielorussia, a Minsk. Lì Al Bano spesso si esibisce per luni concerti. Le nozze di fatto non sarebbero state registrate in Italia. Per il momento Al Bano e la Lecciso non hanno rilasciato dichiarazioni.

L'indiscrezione di "Novella": "Al Bano ha sposato la Lecciso"

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"Sono già sposati". La bomba-gossip la lancia Novella 2000 in copertina. Secondo il settimanale sono già fiori d'arancio tra Al Bano e Loredana Lecciso

"Sono già sposati". La bomba-gossip la lancia Novella 2000 in copertina. Secondo il settimanale sono già fiori d'arancio tra Al Bano e Loredana Lecciso. Secondo le indiscrezioni riportate da Novella, il sì sarebbe arrivato probabilmente in Bielorussia, a Minsk. Lì Al Bano spesso si esibisce per luni concerti. Le nozze di fatto non sarebbero state registrate in Italia. Per il momento Al Bano e la Lecciso non hanno rilasciato dichiarazioni. A parlare invece è tornata Romina Power a La Vita in diretta che ha raccontato la sua vita privata: "Vivo nel deserto. La mia vita è talmente desertica che da quando vivo lì ho scritto già il mio secondo romanzo, che si intitola 'Karma Express'", ha affermato. E ancora: "C'è tanto tempo lì e questo porta alla meditazione, alla luce - ha spiegato la cantante e attrice - . Faccio anche tante camminate con le mie amiche e ho un piccolo zoo di animali domestici, che mi tenevano grande compagnia". Poi la Power ha parlato dell sue figlie: "Faccio sempre leggere i miei libri alle mie figlie, che sono le mie prime critiche, anzi criticone. Questo libro - ha aggiunto Romina - è piaciuto molto a mia figlia Cristel, che mi ha dato molti suggerimenti durante la stesura del romanzo. Questo libro non sarebbe stato così bello senza di lei". Da anni la Power si è convertita al buddismo che, spiega, "mi ha aiutato molto nel rapporto non solo con Albano ma con gli altri. L'impulsività che avevo prima si è molto smussata. Mi ha aiutato anche nei quattro anni in cui ho assistito mia madre prima che lei morisse. Io ero in cerca di verità". (Clicca qui per guardare la foto)

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Notte di passione per Aida Yespica e il fidanzato: "Urla dalla loro stanza d'albergo"

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Secondo quanto rivela Alberto Dandolo su Dagospia, Aida Yespica e il suo fidanzato sarebbero stati i protagonisti di una notte bollente a base di champagne

Aida Yespicaè stata la protagonista di un siparietto piuttosto bollente a Capri, secondo quanto scrive Alberto Dandolo su Dagospia, la showgirl avrebbe avuto una notte di passione col fidanzato Enrico Romeo.

"Gemiti, urla di piacere e un fracasso che manco Rocco Siffredi quando si accoppia con Malena sono stati uditi l'altra notte dalla stanza dell'hotel caprese occupata dalla statuaria Aida Yespica e dal di lei fidanzato, l'imprenditore svizzero Enrico Romeo, che è praticamente il sosia di Matteo Ferrari, ex storico della showgirl. Sembra che la coppia abbia amoreggiato sino a tarda notte e che abbia consumato numerose bottiglie di champagne. A spese di chi? Ah, saperlo…", scrive Alberto Dandolo su Dagospia.

Ad un anno dall'inizio della relazione, quindi, pare che i due siano più affiatati che mai. La storia tra Aida Yespica e Enrico Romeo è cominciata in modo piuttosto burrascoso, ma oggi il clima è quello di una favola. Tanto che all'orizzonte comincia a profilarsi l'idea del matrimonio. "Le nozze? Perché no?", ha detto Aida in una recente intervista.

Il manager sarebbe riuscito a convincere la modella che sarebbe pronta a dire di nuovo "sì" dopo la separazione da Matteo Ferrari, padre del figlio Aaron.

Sanremo 2018, Fiorello rifiuta la conduzione del Festival

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"No grazie". Così Fiorello avrebbe risposto alla Rai dopo un'offerta per la conduzione del prossimo Sanremo

"No grazie". Così Fiorello avrebbe risposto alla Rai dopo un'offerta per la conduzione del prossimo Sanremo. Anche questa volta lo showman esce fuori dal toto-nomi e così su Twitter ha cercato di rendere pubblica la sua decisione. "Ringrazio il dottore ma non accetto l'offerta! Vado avanti ... ehmm...Siciliaaa!". Viale Mazzini dunque resterà anche questa volta senza Fiorello sul palco dell'Ariston. Da qualche settimana erano tornate le voci di un possibile approdo del conduttore all'edizione 2018 del festival. Ma lui stesso ha chiuso i giochi. E così la Rai dovrà virare su altri conduttori. Una delle probabili idee riguarda un terzetto inedito composto da Antonella Clerici, Mika e Amadeus. Sembra tramontare l'ipotesi di Fabio Fazio che sarà impegnato su Rai Uno con altri progetti e altri programmi per la rete ammiraglia. E si chiude anche la strada per Paolo Bonolis che nel 2018 sarà impegnato a Mediaset. Non resta che attendere il prossimo 28 giugno quando la Rai annuncerà i nuovi palinsesti. Bisognerà capire se in quella data viale Mazzini deciderà di svelare il nome del conduttore o se sposterà l'annuncio a dopo l'estate.


Cda Rai sceglie i nuovi direttori: Montanari al Tg1 e Greco al Gr

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Il Consiglio di amministrazione Rai ha nominato i nuovi direttori di Tg1 e Gr: sono Andrea Montanari e Gerardo Greco. Primo esame passato per il nuovo dg Mario Orfeo

Infornata di nomine a Viale Mazzini. Il cda Rai, riunito per la prima volta dopo la designazione di Mario Orfeo a nuovo dg, ha scelto i nuovi direttori del Tg1 e del Gr. Per guidare il telegiornale di Rai1 è stato scelto l'ex direttore del Gr e di Radio1 Andrea Montanari, mentre il timone del Giornale radio è andata a Gerardo Greco.

Il cda Rai passa indenne dalla prima prova importante dopo la scelta del nuovo direttore generale Orfeo, avvenuta la settimana scorsa dopo giorni e giorni di intense trattative. C'erano da colmare due lacune importanti tra i posti di comando dell'informazione Rai: alla fine si è optato per due profili già ben inseriti nel mondo dell'informazione della Tv di Stato.

Il nuovo direttore del Tg1 è Andrea Montanari: sostituisce così il neo-dg Mario Orfeo. Classe 1958, già direttore del Gr e di Radio 1, Montanari è giornalista professionista dal 1990. Promosso caposervizio nel 1994, tre anni dopo lavora come cronista parlamentare e inviato proprio per il Tg1, di cui nel 2013 diventa vicedirettore. Oggi la promozione a direttore.

Al suo posto va Gerardo Greco. 51 anni, romano, Greco è stato a lungo corrispondente dagli Usa per la Rai e in particolare per il Tg2. Rientrato in Italia nei primi anni 2010, alterna il lavoro da inviato con la conduzione di Unomattina estate (2011-2012). Dal 2013 sostituisce Andrea Vianello alla conduzione del talk Agorà, su Rai3. Ora la designazione a direttore del Gr.

La scelta del Cda Rai di puntare su Montanari e Greco è stata dettata dalla volontà di rinsaldare le crepe spuntate negli ultimi mesi.

Dopo le dimissioni forzate dell'ex direttore generale - ed ex renziano - Antonio Campo Dall'Orto e la sua sostituzione con Mario Orfeo nel ruolo di traghettatore, era indispensabile puntare su due candidati "forti" e se possibile già a conoscenza dei complicati meccanismi che governano l'informazione Rai. Ma non tutti erano d'accordo.

Infatti, se la nomina di Montanari è stata votata all'unanimità, il cda si è spaccato su Greco. A votare contro il consigliere in quota Movimento 5 Stelle Carlo Freccero, già in disaccordo con i colleghi la settimana scorsa per la designazione di Orfeo a nuovo dg.

Una lettera riapre il caso dei diari del ras Farinacci

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Roberto Festorazzi

Bolaffi, il prossimo 22 giugno, manda all'asta il dattiloscritto originale dei presunti diari attribuiti al ras di Cremona, Roberto Farinacci. Si tratta di un documento da cui scaturì una causa, promossa nel 1947 dalla figlia del gerarca, Adriana, contro la Rizzoli, che aveva stampato in cinquemila copie i diari paterni che contenevano il racconto degli eventi storici dell'estate del 1943. Nel 1958, il tribunale di Milano, con una sentenza, diede ragione ad Adriana Farinacci, a proposito della non autenticità del documento, attribuito alla mano di uno dei segretari del ras, Emanuele Tornaghi. Ergo, la Rizzoli fu costretta a distruggere l'intera tiratura del volume. Nel frattempo, però, alcuni organi di stampa, in Italia, ma anche all'estero, pubblicarono ampi stralci del documento farinacciano.

Ciò che finora non si conosceva, è che il fratello maggiore di Adriana, e primogenito del ras, Franco, era di parere diametralmente opposto a quello della sorella. In alcune lettere dell'agosto 1947, rimaste fino a oggi inedite, Franco Farinacci, che a quel tempo svolgeva l'incarico di console a Tetuan, nel Marocco Spagnolo, si esprime senza mezzi termini a favore dell'autenticità del documento. In una missiva del 21 agosto '47, scrive infatti alla sorella: «Carissima Adriana, sto leggendo il Diario di papà che viene pubblicato a puntate in spagnolo sul giornale Ya e in francese su L'Afrique di Casablanca. Ti confesso inter nos che il tono e il fraseggiare del Diario non lasciano dubbi sulla sua autenticità. Qui sta facendo furore giacché gli spagnoli, dal loro punto di vista, lo considerano l'unico uomo che ha mantenuto fede fino all'ultimo alla sua idea e non ha cercato di scusarsi del suo operato e, pertanto, è opinione generale che sarà l'unico Diario, fra i molti scritti, che passerà alla storia».

Prosegue la lettera del primogenito del ras: «Come anche tu avrai notato, il Diario è ricco di documentazioni storiche e di colloqui importanti che gettano luce su molte cose oscure e che vanno a onore del nome del papà. Pertanto io starei pensando di raccogliere il Diario in un volume che verrebbe tradotto in quattro lingue e offerto a un tempo a una delle Case Editrici più importanti degli Stati Uniti, e se colà non fosse possibile, in Argentina». La convinzione di Franco Farinacci non fece breccia nell'animo della battagliera sorella, che affrontò una solitaria battaglia legale contro il colosso editoriale Rizzoli, uscendone, come si è detto, vincitrice, sul piano strettamente giudiziario. Sotto il profilo storico, invece, il diario farinacciano è stato, nel corso degli ultimi decenni, oggetto di una rivisitazione che ne ha posto il luce il reale valore, per la verità dei fatti che vi sono narrati.

Anche Magritte e Frida Kahlo nel Rossini di Michieletto

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Paolo Scotti

E chi prevedeva proteste e scandali è servito. Non un muso lungo, neppure un fischio o un mezzo «buuuh!» di disapprovazione; al contrario, un successo entusiasta ha accolto, martedì sera all'Opera di Roma, il più osannato e detestato fra i registi d'opera. Damiano Michieletto è troppo geniale per poter essere ridotto a banale provocatore, come ce n'è tanti (troppi) sulle scene liriche. E la sua regia del rossiniano Il viaggio a Reims è forse la più brillante e sorprendente, dopo quella storica con cui nel 1984 Ronconi riesumò il dimenticato capolavoro. Certo: la mancanza di una tradizione, perfino la natura ibrida e paradossale di un'opera che non è un'opera, ma solo una «cantata scenica» per celebrare Carlo X di Francia, ha reso meno traumatiche quel genere di trovate che, solitamente, mandano in bestia i tradizionalisti della lirica. Il fatto è che Michieletto non rivoluziona solo per il gusto di farlo. Il soggetto è solo un pretesto celebrativo, i suoi personaggi solo dei simboli? Ecco l'azione trasferita in un luogo celebrativo per definizione - un museo d'arte moderna - e i suoi personaggi nel simbolo di quel luogo le figure stesse dei quadri, che magicamente si animano, e interagiscono con galleriste, restauratori, visitatori.

E tutto questo non è solo irresistibilmente divertente - l'omino di Magritte o l'autoritratto di Frida Kahlo che, sbucati dalle loro cornici dialogano con l'autoritratto di Van Gogh, strappano l'applauso a scena aperta. È soprattutto impeccabilmente affine allo spirito, all'humor della musica, nonché al servizio della stessa: il rarefatto canto di Corinna si materializza nel delizioso balletto delle Tre Grazie del Canova; l'immobilità del concertato, spesso inverosimile, trova una logica con i cantanti raggelati in una cornice come i personaggi in un quadro; l'aria-elenco di Don Profondo, Medaglie incomparabili, diventa l'elenco di un battitore d'asta, cui partecipa, alzando la sua bacchetta, perfino il direttore d'orchestra Stefano Montanari. E alla fine i protagonisti incompiuti, come i pirandelliani sei personaggi, trovano il loro posto dentro alla colossale tela che celebra Carlo X. L'impagabile incanto di questo spettacolo costringe a citare appena gli interpreti musicali, Mariangela Sicilia, Valentina Varriale, Juan Francisco Gatell, Nicola Ulivieri, tutti magnificamente a loro agio sia con l'impervia scrittura rossiniana che con la travolgente regia.

«Stanotte... in Rai» succedono anche cose belle

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Immagini stupende, visioni notturne di piazza San Marco senza turisti strepitanti, musiche perfette, montaggio corretto, ospiti pregiati come Giancarlo Giannini. E, poi, la voce narrante, calda, suadente, familiare di Alberto Angela. Come volete che fosse accolto dal pubblico il viaggio nella più bella città del mondo, Venezia, martedì su Raiuno. Un trionfo: 5 milioni di telespettatori e share pari al 25 per cento. Un risultato fortissimo se si considera che, alla fine, si tratta di un documentario seppur rivestito da elementi di show. Ma la formula adottata sempre dalla coppia degli Angela, padre e figlio, il racconto semplice e alla portata di tutti unito alla raffinatezza delle immagini, ha fatto colpo anche stavolta. Così come era successo anche per Stanotte a San Pietro e Stanotte a Firenze. Del resto quando le cose si fanno con cura, con budget adeguati, con maestranze preparate e con tempo a disposizione, la televisione pubblica dà il meglio di sé senza rinunciare agli ascolti Auditel. Per cui ben venga la soluzione, benché pasticciata, trovata alla fine in cda per trattenere i volti Rai, limando i compensi ma trovando il modo di aggirare il tetto che avrebbe portato alcune star ad andarsene... Tra queste probabilmente anche Alberto Angela, che, si dice, stava già vagliando proposte di Sky e Discovery. E, adesso, si vedrà se resterà in Rai. «È la cultura che ha vinto - ha detto Angela commentando l'ottimo risultato di ascolti di martedì -. La nostra cultura. È la dimostrazione che se viene proposta nel modo giusto, consente di raggiungere grandi traguardi».

Genova, presto il responso sull'autenticità di sette opere

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Alla fine sono sette, sei dipinti e un disegno, le opere di Modigliani, mostra in corso a Palazzo Ducale di Genova fino al 16 luglio, su cui occorre fare chiarezza. Si attende a giorni la perizia di Mariastella Margozzi, direttrice della Galleria d'arte moderna di Roma interpellata dagli inquirenti dopo l'apertura di un fascicolo presso la procura di Genova. Tutto nasce dall'esposto del collezionista Carlo Pepi ai carabinieri del nucleo tutela del patrimonio culturale di Roma, in cui si sollevano dubbi in realtà su ben un terzo delle opere esposte, linea supportata dal critico d'arte francese Marc Restellini.

Rudy Chiappini, curatore della mostra, ha ribattuto con un dossier di novanta pagine con percorsi espositivi, pubblicazioni scientifiche, cataloghi e perizie di esperti delle opere indicate. Di alcune vengono inoltre segnalati i vari passaggi di proprietà, è il caso di Cariatide rossa - Gli sposi (recto e verso) e del Nudo disteso (Ritratto di Céline Howard). C'è da chiedersi perché Pepi non abbia fatto osservazioni quando due anni fa il ritratto di Chaim Soutine è stato esposto a cura del Centre Pompidou a Palazzo Blu di Pisa, dove vive, insieme per inciso a due disegni di sua proprietà. A proposito di Restellini: Annuncia nel 2001 di voler pubblicare un suo catalogo ragionato fa osservare Chiappini - Il 1° gennaio 2015 l'Institut Wildenstein di Parigi, che gli aveva commissionato l'incarico, gli ha ritirato il mandato». Il fatto è che per Amedeo Modigliani non esiste ad oggi un solo esperto universalmente riconosciuto, a decretare l'autenticità può essere solo la comunità scientifica internazionale.

Chiappini sottolinea come le opere in mostra siano frutto di scelte «conservative e prudenziali: non è stata questa l'occasione per proporre nuove attribuzioni, benché siano giunte varie proposte». Intanto nella «stanza» Kisling l'indicazione di dipinto a quattro mani con Modigliani riguardo a tre nature morte è stata declassata a suggestiva ipotesi. Diciamo anche che tra gli autori dei cataloghi di riferimento per questa mostra c'è Christian Parisot. Con Restellini non si amano affatto e sono stati protagonisti in passato di vicende giudiziarie a dir poco surreali circa falsi Modigliani. E poi c'è quella data, 20 gennaio 1920: tra tre anni scocca il centenario della morte di Amedeo Modigliani e alla vigilia di un'occasione così importante anche Chiappini - vent'anni di direzione del Museo d'arte moderna di Lugano e curatore di una mostra di Modigliani al Vittoriano di Roma - sa che la guerra più o meno sotterranea per accreditarsi come il massimo esperto è già cominciata.

CCl

Tutti in fila da Ariana Grande fra divieti e borse trasparenti

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La paura non ferma i giovani fan: al concerto di Roma biglietti esauriti per ballare con la reginetta del pop

Da Roma

Neppure un brividino, un po' di nervosismo, niente. Sotto il palco tutti (o meglio tutte) sono rilassati e consapevoli che Ariana Grande sarà pure un teen idol planetario ma in questo momento, dopo la strage alla Manchester Arena e il concertone per ricordarne le vittime, è soprattutto il simbolo di chi continua a stare insieme alla faccia della follia integralista. Roma, Palattomatica. Tutto esaurito per un concerto con tanti genitori o fratelli maggiori o comunque accompagnatori degli scalmanati fan minorenni. Non è un caso che, dopo i 23 morti di Manchester, quasi nessuno qui abbia chiesto di restituire il biglietto, a dimostrazione che la preoccupazione c'è, e ci mancherebbe. Ma non siamo ancora al punto di non uscire di casa per non incappare in qualche pazzo imbottito di esplosivo. Oltretutto, come spiegano a Live Nation che organizza l'evento, nei giorni scorsi sono stati venduti anche gli ultimi tagliandi a disposizione, quelli riservati per contratto all'artista ma non utilizzati per inviti personali. Insomma, una festa come se niente fosse. E dire che le misure di sicurezza qui al Palalottomatica sono state inedite e lo saranno anche per il suo concerto di Torino domani sabato 17. Per capirci, oltre ai controlli all'ingresso con i metal detector dei carabinieri, il pubblico ha dovuto rispettare un manuale di istruzioni come nessuno fino a pochi mesi fa si sarebbe sognato per un evento dal vivo. Oltre ai divieti comprensibili (portereste "droni" oppure "aeroplani telecomandati", "veleni" e "oggetti da punta e taglio"?) in lista spuntano anche quelli meno intuitivi ma forse più fastidiosi. Giusto per citarne qualcuno a caso: niente spray antizanzare, niente videocamere (anche se se ne sono viste), niente bastoni per selfie, niente borse o zaini. Alle donne sono consentite "piccole borse purché trasparenti". Fuori dalla palasport, le forze dell'ordine sono arrivate molto più numerose che mai: lo show è il quinto di Ariana Grande dopo Manchester e quindi cicatrici e tensione sono ancora vive in chi gestisce l'evento. In sostanza, la dotazione di ciascuno spettatore è stata drasticamente ridotta, e fin qui non si discute. Ma soprattutto, qui come in tutti gli altri eventi organizzati da grandi agenzie, i controlli sono più capillari, implacabili e lenti. Ossia: più coda all'ingresso e più tempo da dedicare all'attesa. In ogni caso, quando Ariana Grande, così minuta e così potente, è arrivata in scena, il rituale non è cambiato di una virgola. Grandissimo entusiasmo, isterismi vari e allegri, smarrimento di genitori alle prese con figli mai visti così scatenati. Sono i cosiddetti "arianators", lo squadrone dei supporter più affezionati, bambini anche di 8 anni, ma implacabili sui social, che ricamano di urla ogni canzone, ogni balletto e ogni intervento, anche i più volatili, della loro musa che si tiene ben lontana da qualsiasi accenno politico. E' il bello del pop, in fondo, e che male c'è a conservarlo. Il concerto, diciamocela tutta, è un rituale (al massimo) per adolescenti però diverso dai soliti luoghi comuni. La band (nascosta dietro le quinte per metà concerto) suona bene un repertorio di brani dance e R&b come 'One last time'. La scenografia è essenziale con un fondale gigantesco sul quale passano le immagini e una passerella a T davanti al palco. E lei, scatenata a bordo di tacchi o zeppe chilometriche, ha una voce da quattro ottave che è inversamente proporzionale all'altezza, molto versatile e ambrata negli acuti e mai a disagio sui bassi. Tra 10 giorni compie 24 anni ma esibisce un carisma come poche altre, a conferma che oggi il mercato under 18 è una vera miniera d'oro. Ma soprattutto, a fare la differenza, è la sua attitudine impertinente però mai provocante o volgare . Ed è per questo che alla fine ballano, o per lo meno si annoiano meno, anche i genitori che hanno conosciuto l'idolo dei figli solo dopo il sangue di Manchester. E scoprono che, dopotutto, la genuina esuberanza del Palalottomatica è un toccasana nel buio smarrito di una generazione.

White e Burnett celebrano l'America degli anni Venti

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Negli anni Venti e Trenta incidere una canzone era una vera e propria avventura. Prima dell'avvento del fonografo i musicisti folk (o country, o blues ecc.) dovevano sottostare a pratiche a dir poco singolari. Lo racconta lo splendido documentario American Epic, diretto da Bernard MacMahon, di cui esce in doppio cd o in quintuplo cofanetto la colonna sonora firmata da due giganti della cultura popolare e rock come Jack White e T. Bone Burnett. Nell'album la crema della scena popolare americana, da Willie Nelson a The Americans, da Merle Haggard (recentemente scomparso) al buon vecchio Taj Mahal passando per Elton John (il più pop del lotto) e i re del nuovo country Avett Brothers senza dimenticare la regina del soul Bettye Lavette e i vagabondaggi sonori di Beck.

Tutti questi artisti si mettono al servizio della musica tradizionale per un disco dai sapori irripetibili. I classici del blues e del country o le ballate non sono stati semplicemente rimasterizzati, ma restaurati usando i rudimentali metodi di incisione dell'epoca. L'ingegnere del suono Nicholas Bergh ha ricostruito una sala di registrazione degli anni Venti, l'unica oggi esistente al mondo. Consiste di un solo grosso microfono, una pila di amplificatori alta un metro e ottanta, un incisore di lacche per vinili messo in funzione da un sistema di pesi e carrucole. Ciascun musicista aveva a disposizione tre minuti, il tempo che i pesi, girando in senso orario, arrivassero a terra e imprimessero le tracce sul vinile. Questo metodo originale era chiamato «catching lightning in a bottle» (ovvero «catturare il fulmine in una bottiglia») . Un occhio allo schermo per vedere il documentario e l'orecchio attento alle canzoni per capire il tessuto sociale di quell'America così avventurosa che tutti gli appassionati di musica popolare hanno imparato a conoscere e ad amare e di cui oggi sono eredi artisti come Tim Grimm, che incide musica senza tempo con i suoi famigliari e ha appena pubblicato il cd dal significativo titolo A Stranger in This Time.


Che tempo per Fazio: trasloca su Raiuno e non perde il cachet

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Dopo lo sblocco del tetto agli stipendi, trattativa per promuovere il conduttore sull'ammiraglia

Ecco, dunque, dove voleva arrivare Fabio Fazio quando minacciava di lasciare la Rai. La sua lotta non era solo quella (sacrosanta) di mantenere un alto cachet, ma anche quella di fare un salto di rete. Di approdare sull'ammiraglia. Sogno che coltiva da tempo: trasportare la sua creatura più importante e longeva, Che tempo che fa, sul primo canale. Nei piani di palinsesto presentati dai direttori di rete ieri in cda Rai, lo show di Fazio appare infatti nella casella della domenica sera di Raiuno. Però con un punto interrogativo. Perché ora si passa alla fase della trattativa. L'idea di traslocare Che tempo che fa da Raitre a Raiuno era infatti bloccata dalla questione del tetto agli stipendi. Fazio minacciava di andarsene dalla Rai se fosse stato considerato un «peso» per l'azienda e non un «valore». Ora che la Rai ha trovato il modo di derogare dalla legge limando di poco i compensi degli artisti (tra il dieci e il venti per cento), Fazio si metterà al tavolo per definire sia il cachet sia la posizione dei suoi programmi in palinsesto. E, se alla fine il contratto sarà firmato, da settembre vedremo Che tempo che fa alla domenica sera su Raiuno. Con buona pace di tutte le lamentele e le minacce di andarsene in un'altra azienda. Comunque, è bene quel che finisce bene. Raiuno guadagna una serata di intrattenimento intelligente e poi, si vedrà, se Fazio tornerà anche con Rischiatutto in primavera. E, magari, in questo processo di valorizzazione, chissà che non gli venga affidato anche il prossimo Sanremo, anche se lui rimase molto scottato dall'ultima edizione, quando gli ascolti non lo premiarono.

Per il resto, ieri i direttori di Raiuno Andrea Fabiano, di Raidue Ilaria Dallatana, di Raitre Daria Bignardi e di Rai4 Angelo Teodoli hanno illustrato ai consiglieri le linee guida della programmazione delle reti principali. Programmazione ancora da definire a causa dell'impasse dovuta sia alle dimissioni del direttore generale Campo dall'Orto sia alla questione dei tetti ai cachet delle star. E da approvare in tempi brevi, visto che dovrà essere presentata agli investitori pubblicitari il 28 giugno a Milano e il 4 luglio a Roma.

Il primo canale ha il palinsesto più incerto in attesa delle decisioni di Fazio. Comunque, secondo indiscrezioni, pare che riproporrà programmi storici come Tale e quale con Carlo Conti e poi alcune nuove serate come un one woman show di Fiorella Mannoia. Dovrebbero anche tornare i volteggi di Roberto Bolle (l'anno scorso fece un memorabile evento), accompagnato dal pianista Stefano Bollani. Alla domenica pomeriggio dovrebbe arrivare Cristina Parodi al posto di Baudo.

Il secondo canale ha una griglia più strutturata puntando sui programmi che nella stagione appena conclusa hanno dato buoni esiti. E quindi, il Collegio, docu-reality che trasporta adolescenti di oggi nella scuola media degli anni '60, il reality Pechino Express, lo show Stasera tutto è possibile, il programma di approfondimento Nemo e, probabilmente, il ritorno di Mika. A questo forse verrà aggiunto dal prossimo anno un talk di seconda serata che tenga conto dell'esigenza posta dai consiglieri di centro destra di avere uno spazio per il pensiero liberale e moderato, scomparso dopo la chiusura di Virus di Nicola Porro. Ma per ora è solo una proposta. Novità: Luca e Paolo con la loro sitcom storica Camera Cafè.

Su Raitre si svuota la casella della domenica sera, sempre che Che tempo che fa passi su Raiuno. Porte aperte per Michele Santoro che traslocherà da Raidue con i suoi docu-film-teatrali trovando in effetti una collocazione più consona. In onda gli storici programmi Chi l'ha visto?, Report e i documentari di Alberto Angela. Pare che Lucia Annunziata vedrà raddoppiare il suo spazio di In mezz'ora. Resta in palinsesto anche Cartabianca della Berlinguer.

Sarah Jessica Parker cambia casa: la mega villa a New York

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Sarah Jessica Parker e il marito stanno facendo unire due abitazioni comprate nel 2016 creando così una casa da 1300 mq a New York

Sarah Jessica Parker si trasferirà presto in una nuova casa, una residenza lussuosa a New York, in una delle zone più belle del West Village.

La casa sarà grande circa 1300 mq ma, soprattutto, avrà un giardino di 195 mq, considerato indubbiamente un lusso per Manhattan. La notizia è stata riportata dal New York Post che ha svelato alcuni retroscena.

L'ex Carrie di Sex and the City, infatti, aveva acquistato nel 2016 un edificio per 35 milioni di dollari. La stessa cosa la fece il marito Matthew Broderick con una casa vicina. Adesso i due stanno facendo unire le due abitazioni per farne una sola. La casa avrà una superficie equivalente a un terzo di un campo da football.

La coppia, però, ha un limite. Possono restaurare solo gli interni pervché gli esterni sono protetti dalla Landmarks Preservation Commission. I due, inoltre, hanno deciso di non aquistare un altro edificio adiacente sempre per altri 35 milioni circa.

Susanna Messaggio contro Malena: "Una normale non fa i film hard. Hai dei problemi"

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Nel corso dell'ultima puntata de La Gabbia Malena è stata duramente attaccata dalla conduttrice Susanna Messaggio: "Mi dispiace dirlo, ma tu fai la pornostar perché hai dei disagi in casa"

Malena è finita ancora una volta al patibolo, l'attrice a luci rosse ospite del programma La Gabbia su La7 è stata duramente criticata da Susanna Messaggio.

Ma facciamo un passo indietro e capiamo bene cosa è successo. Nell'ultima puntata de La Gabbia si è parlato di pornografia e tra gli ospiti non poteva mancare la musa di Rocco Siffredi, Malena. Nel dibattito si è discusso del rapporto tra minori e i film hard, di questa professione e della sua degenerazione in tempi recenti. Malena, sentitasi tirata in causa, ha subito preso le difese della sua professione: "Se io guardo dal mio punto di vista di professionista, non vedo assolutamente pericolosa la pornografia, perché non penso di fare del male a nessuno".

Ma non appena Malena pronuncia queste parole scoppia il finimondo. Susanna Messaggio è immediatamente intervenuta con forza attaccando l'attrice pugliese e ha sostenuto che Malena sia finita nel mondo del porno a causa di possibili disagi in famiglia. "Fai del male a te stessa - esclama la Messaggio -. Ci vuole un bello psichiatra per questa ragazza perché le mancano i valori. Non sono una bacchettona, ma al massimo matura e all'antica. Perché una ragazza brava, perbene, che ha un lavoro deve fare pornografia? Ci sono dei disagi famigliari, c’è dell'anaffettività, perché il sesso purtroppo non lo puoi fare con chiunque e non può essere una professione":

Ma questo punto Malena ha tirato fuori le unghie e si è difesa rivendicando la legittimità dell'industria hard e la parità tra uomo e donna. "La pornografia esiste da diverso tempo - precisa Malena -. Rocco Siffrediè un eroe nazionale, perché una donna non lo può fare?". Dell'idea opposta è Susanna Messaggio che subito ha rincarato la dose: "Se una donna è una donna vera non fa pornografia, credimi. Non esiste. Ci sono sicuramente dietro cattivi valori e, mi dispiace, anche anaffettività. Non hai rispetto di te stessa. Il rispetto di se stessa porta il rispetto agli altri. Al posto tuo, andrei da un bravo psichiatra e gli chiederei: 'perché ho un lavoro serio e devo andare a fare una schifezza con uno che non so chi sia?' Ma che lavoro è? Non si può. Una donna che ha rispetto di se stessa non può fare un lavoro così. E questo è grave".

E per finire Susanna Messaggio sferza il colpo findale: "Non credo che tu torni a casa felice. Questa non è pornografia, è deviazione verso qualcosa che non ha senso. L’uomo italiano, peraltro, vuole una donna che non sia di tutti. Vuole il mistero, non fa una famiglia con una donna con questi problemi".

Yoko Ono riconosciuta co-autrice di "Imagine" insieme a John Lennon

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La vedova dell'ex Beatle ha accolto con entusiasmo la notizia tanto da dichiarare: "Questo è il momento della mia vita"

Ci sono voluti quasi cinquant'anni ma alla fine Yoko Ono è stata riconosciuta co-autrice di "Imagine", il brano forse più celebre di John Lennon.

A rendere merito alla vedova dell'ex Beatle è stato David Israelite, amministratore delegato della National Music Publishers Association, associazione di categoria americana che raggruppa gli editori musicali statunitensi, durante una serata di gala a New York. A fornire la motivazione è stato proprio John Lennon. In un'intervista rilasente al 1980, il cantante aveva infatti spiegato che la canzone era opera anche di Yoko Ono e, ancor più importante, che era lei la fonte della sua ispirazione. Un ruolo fondamentale che la donna si vede riconosciuto dopo 46 anni, all'età di 84 anni.

La vera motivazione del riconoscimento, secondo il sito Variety, sarebbe però da ricercarsi in altro. Secondo l'ordinamento giuridico statunitense una canzone diventa di pubblico dominio dopo settant'anni dalla morte del suo ultimo autore. Accreditare Yoko Ono come co-autrice di "Imagine" vuol dire quindi continuare a far fruttare il brano. L'artista si è mostrata molto entusiasta del riconoscimento tanto da dichiarare: "Questo è il momento migliore della mia vita".

Il matrimonio di Andrea Belotti

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